Casa di Alba è il progetto di accoglienza che prende il nome da una giovane donna vittima di violenza e nasce dalla consapevolezza di come siano ancora insufficienti, eppure così necessarie, le strutture di accoglienza per donne in stato di temporaneo bisogno. Il logo, una casa che si sviluppa attorno a una persona, esprime bene il valore etico e umanitario dell’iniziativa.
Casa di Alba mille metri quadri a Ziano
L’edificio (1.100 mq) destinato a rendere possibile questo progetto si trova a Ziano, all’angolo della piazza del paese, è interamente da ristrutturare ed è di proprietà della Fondazione Giulia e Umberto Chiappini ETS, promotrice del progetto e delle sue finalità sociali.
Casa di Alba lavori di restyling
I lavori di restyling, affidati allo Studio degli Architetti Scognamiglio-Solenghi di Piacenza, e l’avvio del progetto di assistenza alla persona, definito da professionisti di grande esperienza in questo ambito, lo renderanno un esempio di convivenza solidale, un rifugio sicuro per chi ha bisogno di ritrovare pace e serenità. Donne, anche con minori, che, superata un’emergenza, hanno voglia di riprendere in mano la propria vita, ripensandola e riorganizzandola nel modo migliore.
Presentazione del progetto
Il progetto è’ stato presentato in Provincia. Sono interventi per illustrarlo:
- Elisabetta Chiappini – Presidente della Fondazione GUC ETS
- Antonio Mosti – Vice Presidente della Fondazione GUC ETS
- Donatella Scardi – Presidente Centro Antiviolenza
- Lucia Fontana – Presidente Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria (CTSS)
Casa di Alba assistenza alla persona
L’idea portante del progetto di Casa Alba è quella di accogliere donne che arrivano da contesti di violenza oppure da situazioni di necessità temporanea. L’obiettivo è quello di fornire un luogo dove poter recuperare la propria dignità e speranza nel futuro, ritrovando la sicurezza di sé, migliorando e ampliando le proprie competenze e conoscenze e, allo stesso tempo, risolvendo problemi concreti quali la ricerca di un lavoro e di un alloggio definitivo. Lo scopo ultimo è quello di permettere il reinserimento sociale, abitativo e lavorativo.
Casa di Alba accoglienza di secondo livello
Casa Alba non è quindi una struttura di prima accoglienza per le situazioni di emergenza, ma è un’accoglienza di secondo livello che si rivolge a persone autonome che hanno già superato questa prima fase. L’ospitalità è quindi temporanea e non necessita di figure assistenziali: le donne che ne avranno bisogno, soprattutto nei casi di violenza, potranno essere seguite, a livello personale, da altre strutture preposte completando, se necessario, il percorso iniziato. Finalità del progetto è anche quella di garantire ai bambini la percezione di una vita regolare e non discriminata.
Per le donne percorsi di crescita personale
Le donne accolte nella struttura saranno affiancate in percorsi di crescita personale, sociale e relazionale, con attività quali il potenziamento della lingua italiana (qualora serva), proposte di volontariato, colloqui individuali di orientamento, corsi di formazione per nuove competenze.
Casa di Alba senza barriere architettoniche
Il progetto architettonico che non presenterà barriere, è stato definito in accordo con le esigenze evidenziate dai partner sociali e in linea con le finalità complessive: prevede nove spazi comuni e nove unità abitative. “La Fondazione è nata appositamente per realizzare questo progetto” ha ricordato Elisabetta Chiappini presidente della Fondazione.
Organizzazione delle unità
Angolo cottura, bagno, spazio notte; ogni unità sarà indipendente e permetterà alle donne di vivere con i propri figli recuperando l’intimità dei legami famigliari, ma allo stesso tempo sarà inserita in un contesto più ampio che renderà possibile sperimentare nuove relazioni sociali, grazie alla collocazione dell’immobile, in centro paese, e agli spazi comuni della struttura, pensati per momenti di condivisione e non e non solo.
Spazi della struttura
Biblioteca, aula attrezzata con computer, orti comuni, sala conferenze, sala giorno, area gioco esterna sono gli ambienti in cui si svolgerà la vita comune delle ospiti della struttura. L’immobile si trova nel cuore del paese di Ziano, ma dispone di ampie aree verdi che favoriranno attività all’aperto e a contatto con la natura. Tra le foto mostrate durante la presentazione del progetto anche quella della vista da una delle finestre di Casa Alba “Un paesaggio tra verde e colline, che trasmette serenità” ha spiegato la presidente “proprio quella di cui avranno bisogno le ospiti del nostro progetto, donne che arriveranno da contesti ed esperienze difficili, alla ricerca di una nuova opportunità”.
Casa di Alba chi può accedere
L’ingresso nella Casa viene proposto dal Centro Antiviolenza di Piacenza o da altri enti deputati all’assistenza. La Casa rappresenta una struttura di accoglienza temporanea per cui il soggiorno è stabilito con una durata minima di 2 mesi e massima di 6 mesi, rinnovabili una sola volta. L’auspicio è che in questo periodo le donne ospitate possano raggiungere un’autonomia abitativa e lavorativa.
La gestione della struttura
La Fondazione è l’interlocutore istituzionale per quanto riguarda la realizzazione del progetto. Le attività quotidiane della singola persona o del nucleo famigliare (mamma e bambini) saranno autogestite dalle donne, come in qualsiasi situazione di vita.
Casa di Alba spazi alle attività lavorative
All’interno della struttura si prevede di realizzare una ditta/laboratorio permanente che possa consentire alle donne ospitate un’attività lavorativa per il periodo passato nella Casa, fornendo loro un reddito minimo che possa eventualmente contribuire al loro sostentamento.
Incontri periodici
Allo stesso tempo, saranno realizzati incontri periodici a cui parteciperanno tutte le ospiti della casa per confrontarsi su problemi concreti riguardanti la convivenza, discutere insieme alle altre di idee e progetti precisi per realizzare la propria autonomia di vita, comunicare eventuali problemi, esprimere nuove proposte sulle possibili attività da realizzarsi nella Casa. Gli incontri saranno condotti da una delle ospiti eletta a maggioranza con la supervisione di un rappresentante della Fondazione.
Tra i riferimenti anche l’Auser
La Fondazione individuerà alcune figure di riferimento: un responsabile della conduzione della Casa che si occuperà della gestione del “condominio”: dall’accoglienza delle nuove venute al raccordo con i partner di progetto e i servizi territoriali e un amministratore della Casa che si occuperà degli aspetti più concreti relativi al funzionamento della struttura come, ad esempio, la manutenzione ordinaria e gli aspetti economici e contabili. All’interno della struttura, usufruendo di locali in comodato d’uso gratuito come sede sarà presente la sezione di Ziano dell’associazione Auser che potrà rappresentare un punto di riferimento e collaborare alle attività con i propri volontari.
Sono stati avviati accordi con l’Azienda USL e con i comuni del distretto di Ponente. Il comune di Ziano sarà direttamente coinvolto per quanto riguarda la vita sociale e l’accesso ai servizi territoriali: andranno assicurati la frequenza dei bambini presso gli asili e presso le scuole e l’uso di mezzi pubblici.
La gestione economica
La Casa opera in maniera integrata con la rete degli enti deputati all’assistenza. Il progetto è frutto della collaborazione della Fondazione GUC con il Centro Antiviolenza di Piacenza. Per quanto concerne gli aspetti di gestione economica della struttura è stato individuato un canone base giornaliero da versare alla Fondazione, che copra il costo della residenza, tenendo conto delle spese di gestione del fabbricato e delle utenze. Questi costi saranno a carico, totalmente o parzialmente, delle stesse donne accolte, nel caso in cui queste dispongano di un lavoro che lo consenta, e/o della struttura richiedente, secondo le modalità previste dalle singole strutture. Tali spese, nel caso in cui non siano direttamente affrontabili dalla donna ospite, dovranno essere garantite, al momento della richiesta di alloggio, dalla struttura richiedente.
Un esempio da seuire
“Casa Alba” è una struttura pensata per essere al servizio della provincia di Piacenza (ma eventualmente anche di zone limitrofe non appartenenti alla nostra provincia) ma soprattutto si guarda a questo primo esempio come modello per altri che, con lo stesso spirito, decidano di applicarlo in altre zone della provincia o addirittura in città. Il tema dell’accoglienza di donne in difficoltà, rappresenta un passaggio fondamentale per assicurare a queste persone e alle loro famiglie un vero percorso di rinascita. Una casa, ma soprattutto un insieme di relazioni e supporti, sono la base per ricominciare; lontano da pericoli e paure, lontano da un passato da cui smarcarsi per sempre.
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