Civiltà Castellana sull’ospedale mancata visione politica di prospettiva

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Civiltà Castellana sull’ospedale, “Non abbaiavamo alla luna quando dicevamo con forza che il nostro ospedale sarebbe stato via via depotenziato fino a renderlo un presidio di prossimità.

Civiltà Castellana sull’ospedale appoggio al comitato di salvaguardia

Il gruppo Civiltà Castellana, già nel 2019, sostenne convintamente la causa del comitato a salvaguardia dell’ospedale locale che raccolse oltre 19 mila firme per fermare il processo di depotenziamento che, di lì a pochi anni, sarebbe stato inarrestabile. “Da due anni il nostro nosocomio non esiste più ha detto Carlo Capellicome un fiore a cui stanno togliendo a poco a poco i petali, fino a scomparire, nonostante gli investimenti e i soldi che nel tempo si sono spesi. Ma non basta mettere i denari se questi sono mal investiti”.

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Civiltà Castellana sull’ospedale reparti ridimensionati

Da un paio d’anni diversi reparti sono ridimensionati, il Pronto Soccorso è ridotto a Punto di Primo Intervento per codici bianchi e verdi aperto solo 12 ore, con la conseguenza che gli interventi, anche diagnostici, sono dirottati sull’ospedale del capoluogo. “Accade anche che dopo il triage in Pronto Soccorso si venga dimessi e si inviti il paziente a rivolgersi all’ospedale di Piacenza. Manca del tutto la presa in carico! Questo è inammissibile” denuncia Capelli. “Si fa sempre più chiaro quello che era l’obiettivo del piano socio sanitario votato dai sindaci nel 2017, ovvero la riduzione della rete ospedaliera ad un unico ospedale, quello del capoluogo”.

Civiltà Castellana sull’ospedale le conferme

Una conferma che è arrivata prosegue il gruppo di Civiltà Castallanadall’ultima Conferenza Socio Sanitaria del 14 settembre scorso in cui la direzione dell’Ausl ha dichiarato che a Castel San Giovanni non ci sarebbe più stato un pronto soccorso perché questo diventerà un presidio di prossimità”.

La riorganizzazione

La riorganizzazione prevederà un reparto per brevi degenze e un Ospedale di Comunità (OsCo) per lo più a gestione infermieristica. Interventi da realizzare con i 4 milioni di euro precedentemente stanziati per il Pronto Soccorso. “Ci chiediamo come si possa pensare di privare la val Tidone di un presidio di sanità così importantedomanda Roberta Bargiggianon capisco la Regione che da una parte spinge al ripopolamento delle aree montane e dall’altra toglie servizi indispensabili e di prossimità”.

Il sindaco Fontana – continua Capelli – nel suo ruolo di Presidente della Conferenza Socio Sanitaria, non ci ha ascoltato; le avevamo chiesto un consiglio comunale aperto con la partecipazione dell’Ausl, ma non abbiamo avuto riscontro. Eppure avrebbe potuto e dovuto lottare per tutelere il presidio di Castello, noi l’avremmo certamente appoggiata. L’avrei fatto in prima persona – prosegue Capelli – dopo essere stato per dieci anni nell’ufficio di presidenza della CSS. Ma non ci ha presi sul serio perché credeva di non arrivare a questo punto di non ritorno, dimostrando una totale mancanza di prospettiva e lungimiranza politica”.

La consigliera Valentina Stragliati ha organizzato la visita a Castel San Giovanni dell’assessore regionale Raffaele Donini ma non ci hannoinvitato. Ha gestito il tutto in modo personalistico, eppure la sanità è una materia che riguarda tutti cittadini. E’ mancato del tutto un metodo condiviso”. Roberta Bargiggia sottolinea che “sarebbe stato auspicabile condividere con l’intero consiglio un incontro di tale importanza perché è ora di iniziare a dire come stanno effettivamente le cose ed evitare slogan illusori”.

Una battaglia unitaria mancata

Sarebbe stata una battaglia che avremmo voluto fare insieme – conclude la nota di Civiltà Castellana – ci dispiace constatare che neanche i sindaci della CSS abbiano avuto il coraggio di rappresentare l’interesse dei cittadini. Ci sarebbe piaciuto essere al fianco del nostro sindaco per difendere l’ospedale con una visione moderna e una prospettiva funzionale per il territorio”.

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