Apprendiamo la presa di posizione dei comitati consultivi misti dell’Ausl di Piacenza, a proposito della costruzione del nuovo ospedale di Piacenza: Se la cantano e se la suonano tra di loro. E’ la posizione del comitato Salviamolospedale, che da tempo si batte contro la costruzione del nuovo ospedale a favore della riqualificazione di quello già esistente.
La nota del comitato
Si afferma nel comunicato che i rinnovati i comitati consultivi di Piacenza di Ponente e di Levante “hanno scelto di iniziare la propria attività chiedendo all’azienda l’illustrazione dello Stato dell’arte dell’offerta sanitaria attuale nel territorio provinciale….. all’interno di questo confronto non poteva ovviamente mancare un approfondimento sul progetto del nuovo ospedale di Piacenza”
Il comunicato prosegue dicendo che” l’esecutivo dei Comitati consultivi Misti ha apprezzato e condiviso il progetto, nella convinzione che la costruzione del nuovo ospedale non sia più rinviabile per mantenere la sanità del territorio piacentino competitivo con la città limitrofe.”
La domanda sorge spontanea, e questa la posizione dell’esecutivo o è quello che è emerso dal confronto nei vari comitati consultivi misti.
La differenza non è di poco conto, in quanto l’esecutivo dei comitati misti e composto da figure che sono le stesse che hanno portato avanti nel tempo l’ipotesi del nuovo ospedale in una sede diversa di quella del via Taverna.
(Nota per il lettore. Il Comitato esecutivo è composto da: Presidente e vicepresidente dei Comitati consultivi misti di Piacenza, Ponente e Levante, dal Direttore sanitario Ausl, Direttore attività sociosanitarie Ausl, Direttore assistenziale Ausl)
Da qui il nostro titolo.
Nel merito vengono ripetute le cose note: si enfatizza la sostenibilità ambientale del progetto, sorvolando tranquillamente sul fatto che si sottopongono a nuova cementificazione 257.000 m² di territorio agricolo.
Si evidenzia che nel nuovo ospedale “si potrà intervenire in modo determinante sull’organizzazione del sistema delle cure adeguando i percorsi di cura e salute l’opportunità che le nuove tecnologie offrono e superando quelle criticità che l’epidemia covid ha tristemente evidenziato, laddove i limiti di flessibilità dei posti letto e dell’organizzazione e strutture storicamente statiche rigide hanno rischiato di rallentare la risposta dell’intervento sanitario”
Osserviamo che la pandemia Covid ha viceversa evidenziato il fallimento di una visione ospedale centrica, in realtà si sono dovute inventare le Usca, portando la prevenzione a domicilio, per evitare che il sistema collassasse.
Si sottolinea che vi saranno 14 sale operatorie (oggi sono 12) e verrà finalmente si risolto il problema parcheggi.
Il comunicato dell’esecutivo afferma inoltre di avere avuto rassicurazione che l’attuale sede di via Taverna manterrà la sua vocazione sanitaria perché in essa verrà trasferita e organizzata una delle due case di comunità cittadine.
Anche in questo caso appare abbastanza debole l’ipotesi avanzata in quanto, per quel che ci è dato conoscere, una casa della comunità non necessita dello spazio che si libererebbe dal trasferimento dell’attuale nosocomio in altra sede. E delle rimanenti superfici cosa si intende farne?
Infine, è sorprendente che il comunicato non faccia cenno ai tempi di realizzazione, 8/10 anni, della nuova struttura, ai suoi costi, lievitati da 185 milioni del 2019 ai 320 dell’ultimo studio di fattibilità. Studio di fattibilità non progetto esecutivo, per cui è lecito prevedere che questi costi siano destinati ad aumentare, ma soprattutto al fatto che si tratta di un “ospedale di sostituzione” che non aggiunge alcuna nuova specializzazione alla nostra realtà. Avremo certamente una nuova “scatola edilizia”, ma vista anche la difficoltà a reperire medici ed infermieri è così che si pensa di competere con le città limitrofe che lo ricordiamo vantano Ospedali Universitari? (MI, PV, PR).
Ribadiamo a questo punto ciò che andiamo dicendo da tempo:
- Abbiamo dimostrato che diversamente da quanto sostiene l’analisi SWOT, nell’area dell’attuale ospedale è possibile ampliare come minimo di 43.000 l’attuale Polichirurgico.
- Che i parcheggi sono facilmente reperibili nelle immediate vicinanze ed organizzando al meglio l’esistente. (Via XXI Aprile possibile multipiano raddoppiando i posti attuali, Via Anguissola parcheggio multipiano 250 posti, area ex Acna parcheggio a raso di circa 800/900 posti, area ex Cral Arsenale)».
- Che occorre predisporre ed un progetto puntuale che partendo dal quadro esigenziale, contempli fra le ipotesi fattibili la riqualificazione/rigenerazione dell’attuale nosocomio così come stanno facendo realtà noi vicine da Parma Ospedale universitario, a Milano Policlinico, Genova ospedale Gaslini.
Siamo ancora in tempo per evitare una scelta sbagliata.
Noi il nuovo ospedale lo vogliamo e in tempi brevi in via taverna!
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