Anche a Bobbio il CAU per i casi meno gravi, il comitato: “Cosa cambia rispetto al Punto di primo intervento?”

Il Coordinamento dei Comitati per la salute: dubbi sul nuovo ospedale
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“Vogliamo dar voce alle diverse preoccupazioni che in alta Val Trebbia sta sollevando la recente comunicazione Ausl sul fatto che a Bobbio verrà attivato un CAU”. Così in una nota il Comitato Terme e Val Trebbia.

“A Bobbio c’è già un PPI H24 che copre i codici bianchi e verdi. Che senso ha quindi annunciare l’arrivo di un CAU a Bobbio che avrà le stesse competenze del PPI. Che il PPI verrà integrato ? Verrà sostituito? Come cambierà allora la presenza medica nel presidio di Bobbio?”.

“Tutto ciò fa riemergere altre domande a cui ancor non si ha risposta. Cosa dovrebbe cambiare nel passaggio da Osco ad ospedale di Montagna. E la prevista nuova casa della salute (da realizzare all’interno dell’attuale presidio), come si integrerà (se lo farà) con i servizi già esistenti, e quali competenze e specializzazioni saranno in esso organizzate. Tutte cose su cui l’Ausl e l’assessore regionale, venuti a Bobbio lo scorso dicembre, avevano fatto promesse impegnative ma di cui ancora nulla si vede”.

LA NOTA DEL COMITATO

Negli incontri avuti lo scorso dicembre a Bobbio con Ausl e l’assessore regionale Donini era stato garantito che mai e poi mai sarebbe scomparso il Punto di Primo Intervento (PPI), che non ci si doveva preoccupare. “Fidatevi di noi” aveva scandito l’assessore regionale.

Oggi l’annuncio è che il PPI di Bobbio sarà affiancato da un CAU. Cosa cambia?

PPI e CAU sono in realtà la stessa cosa. Entrambe sono strutture per la presa in carico dei codici bianchi e verdi. Solo che il PPI è gestito da medici dipendenti da Ausl ed il CAU dalla guardia medica con presenza di medici di base (MMG) i quali, se aderiscono, dovranno garantire (come da protocollo regionale) almeno 12 ore settmanali di presenza nel CAU. Per ogni ora percepiranno (extra convenzione) 120 euro, Quasi il doppio di quanto percepisce un medico assunto direttamente da Ausl in PPI.

120 euro all’ora sono un forte incentivo ad accettare, sapendo però che un medico di base, per garantire la sua presenza nei CAU, dovrà sottrarre ore di presenza negli ambulatori da lui gestiti in convenzione con Ausl.

Più che un investimento possiamo parlare di riordino di prestazioni e risorse già esistenti.

Quali i vantaggi per gli utenti ?

Sappiamo che in alta val Trebbia ci sono 3 medici di base per tutta la poplazione: è una copertura precaria. Chiedere loro di ridurre la loro presenza negli ambulatori territoriali vuol dire scaricare sui cittadini altre difficoltà nell’accesso alle cure.

Impensabile ridurre ulteriormente gli orari di accesso negli ambulatori dei medici di base, impensabile allungare le già lunghe liste di attesa per una visita.

Il CAU alla fine potrebbe diventare unico punto di riferimento per incontrare il proprio medico ,anche solo per farsi fare una ricetta. Dove sta il vantaggio?

La strada dei CAU vuol dire anche costi maggiori a carico di Ausl. Da un lato Ausl punta a ridurre le spese (invitando i MMG a contenere la prescrizione di farmaci di fascia A) dall’altro sceglie di retribuire a € 120 le ore la loro presenza nei Cau. Quando avrebbe costi decisamente inferiori assumendo personale direttamente in forza Ausl nella gestione del PPI.

Non sono chiare le ragioni per cui Ausl anziché investire per potenziare gli attuali PPI preferisce usare ingenti risorse per avviare i CAU, strutture che per gli utenti comportano nuove criticità di accesso alle cure. PPI e Cau sono la stessa cosa: è realistico pensare che possano coesistere? Non va sottovalutato inoltre il dubbio che I PPI sian destinati a chiusura e i CAU aprano la strada ad ulteriori cessioni di attività del SSN a figure convenzionate e/o cooperative.

Inoltre, per l’alta val Trebbia, resta ancora da capire in cosa consista esattamente il passaggio di Bobbio da OsCo a ospedale di montagna. Presentato come un potenziamento, in realtà è ancora uguale a prima, con qualche uteriore carenza sopraggiunta nel frattempo.

E ancora: come sarà attrezzata, con quale personale, quali specializzazioni, diagnostiche e servizi, la prevista Casa di Comunità da realizzare negli spazi dell’attuale presidio.

In attesa di una risposta da Ausl, restano tante perplesità sul futuro della sanità pubblica a Bobbio e in generale.

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