“In relazione delle persistenti azioni di protesta ad opera soprattutto di aderenti all’USB presso il magazzino della TNT di Piacenza, l’attività investigativa ha consentito di identificare le 12 persone che, in concorso materiale e morale fra loro, hanno ripetutamente minacciato i responsabili sicurezza della cooperativa che fornisce la forza lavoro presso la TNT, affinché omettessero di effettuare segnalazioni ai superiori relative ai comportamenti disciplinarmente rilevanti posti in essere durante l’espletamento dell’attività lavorativa”.
Era questa la conclusione a cui erano arrivati gli inquirenti al termine delle indagini su dodici sindacalisti iscritti a Usb e impiegati presso la TNT di Piacenza. I fatti risalgono ala fine del 2018. In sostanza, i dodici lavoratori (iscritti appunto al sindacato) avrebbero in più occasioni minacciato i responsabili della sicurezza, due uomini italiani impiegati tramite cooperativa. Minacce anche gravi, di violenze fisiche, se non avessero smesso di inviare alla direzione segnalazioni in merito ai comportamenti giudicati non adeguati dei dodici facchini.
Il sindacato Usb ha sempre respinto gli addebiti, parlando di accuse “risibili, non provate e sommarie”.
Nella giornata di ieri il pm Paolo Maini ha avanzato le proposte di condanne per undici dei facchini coinvolti (per uno di loro non si procederà). Si parla di 4 mesi di reclusione per otto di loro, cinque mesi per altri due e sei mesi per uno dei sindacalisti.
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