Scontrini pazzi sono il tormentone dell’estate 2023 insieme alla musica. La bella stagione è sottolineata da una raffica di immagini quasi quotidiane di scontrini di clienti scontenti, in cui oltre alle consumazioni erano messe in evidenza delle maggiorazioni di prezzo per alcuni servizi al cliente finale.
Chi non ricorda i due euro per tagliare un toast, 30 centesimi per l’acqua al cane, l’euro richiesto per il piatto aggiuntivo o più recentemente 30 euro per un caffè ed una bottiglietta d’acqua a Porto Cervo? Abbiamo raccolto il commento sull’argomento il Direttore di Confcommercio Piacenza Gianluca Barbieri.
Scontrini pazzi in prima pagina
“Finche si tratta di riempire le pagine estive dei quotidiani perchè scarseggiano le notizie potrebbe essere accettabile – dice il Direttore di Confcommercio Piacenza Gianluca Barbieri – ma va sottolineato che questo tipo di pubblicazioni però fanno danni anche gravi per cui è bene chiarire quelli che sono i limiti di questi articoli.
Audio Intervista con Gianluca Barbieri
“Va chiarito innanzitutto che la maggiorparte degli esercenti non si comporta così e se applicassimo anche il buonsenso senza farne una questione sindacale o di categoria”
Scontrini pazzi un fenomeno sovrastimato
“Quello che è successo in realtà – sottolinea Barbieri – è che questo fenomeno è amplificato tantissimo, mentre si tratta solo di alcuni casi particolari che possono avere rilievo singolarmente ma che non possono poi coinvolgere un’intera categoria che si è comportata correttamente anche nel corso di questa estate”.
“La nostra categoria ha subito un periodo molto difficile durante la pandemia, ha ripreso non senza difficoltà importanti, successivamente, cercando di contenere i prezzi il più possibile perchè non poteva essere l’utente finale a pagare le conseguenze di una situazione disastrosa”.
Un aumento dei prezzi legato all’inflazione
“L‘ aumento dei prezzi è legato all’inflazione – spiega Barbieri – si tratta però di un fenomeno sotto gli occhi di tutti. Nel corso di questa estate gli scontrini emessi sono milioni, quelli incriminati sono poche decine, sarebbe curioso analizzare caso per caso per capire il perchè e che cosa è successo. Generalizzare, colpevolizzare un’intera categoria come poi alla fine è emerso da questa serie di notizie è profondamente sbagliato e fuorviante”.
I social come cassa di risonanza senza contraddittorio
“Il problema dei social, non solo in questo caso specifico – ancora il Direttore di Confcommercio Piacenza – senza addentrarsi in analisi sociologiche, sono i casi di esibizionismo, di informazioni fuorvianti e soprattutto che si dia credito alle informazioni senza che sia poi sentita la controparte per avere un’idea di quella che possa essere la realtà dei fatti.
“In questo modo si mettono sul banco degli imputati persone o categoria senza che si conosca fino in fondo la verità“.
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