Turismo delle radici, accordo fra musei di Piacenza e Genova

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Un progetto condiviso fra tre musei, il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana (MEI) di Genova e le due realtà piacentine del Museo dell’Emigrazione Giovanni Battista Scalabrini (MES) e del Museo degli Orsanti di Vigoleno. Un progetto che ha preso forma nei giorni scorsi con l’incontro a Piacenza dei referenti delle tre strutture in vista del 2024 dichiarato “Anno del Turismo delle Radici”.

Varie iniziative in calendario

In calendario, infatti, ci sono varie iniziative per il prossimo anno, dedicato appunto al turismo alimentato da viaggiatori desiderosi di esplorare le proprie origini per riallacciare un legame con i territori da cui sono partiti i propri antenati. A tale appuntamento, previsto nel corso di tutto il 2024, stanno lavorando cinque Ministeri, circa 600 Comuni e numerose organizzazioni del settore. Saranno attivate numerose iniziative a livello comunale, che beneficeranno anche dei finanziamenti provenienti dal PNRR. 

A Piacenza, nei giorni scorsi, si sono incontrati Giorgia Barzetti (referente per il Comune di Genova dei Musei del Mare e delle Migrazioni), Valeria Benaglia (responsabile del Museo degli Orsanti) e Padre Mario Toffari (direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale dei Migranti) per il Museo dell’Emigrazione Scalabrini. Per l’occasione Barzetti, grazie alla collaborazione con CoolTour Piacenza, ha potuto visitare oltre ai due musei piacentini anche il complesso del Duomo di Piacenza.

Al centro il tema dell’emigrazione

“Questa collaborazione vuole esplorare, raccontare e proporre una riflessione su un tema quanto mai attuale come quello dell’emigrazione – sottolinea Valeria Benaglia -, riportando la memoria collettiva a un’epoca in cui dal nostro Paese migliaia di uomini, donne e famiglie partirono alla ricerca di migliori condizioni di vita”.

Da non sottovalutare, inoltre, il benefico impatto economico che un simile progetto potrà avere sul Piacentino, storicamente terra di emigrazione: “Il desiderio di ripercorrere a ritroso le rotte percorse dai propri avi, rivedere i luoghi e rileggere le testimonianze e le vicende umane del proprio passato può innescare un modello di turismo consapevole, attento e curioso di esplorare i luoghi. È proprio quel tipo di turismo del quale il nostro territorio ha bisogno – evidenzia Benaglia -. La collaborazione con una realtà nazionale di prestigio come il MEI di Genova, città la cui storia è strettamente connessa a quella del Piacentino, è un ulteriore valore aggiunto di questa iniziativa”.

Il MEI e il MES

Il MEI, da maggio 2022 collocato negli storici spazi della Commenda di Genova, è un museo interamente multimediale dedicato al racconto delle migrazioni italiane verso il mondo. Il percorso della visita si snoda attraverso 16 aree che ripercorrono le storie delle migrazioni dall’Unità d’Italia all’epoca contemporanea, attraverso un ordine cronologico arricchito da approfondimenti tematici. 

Anche il MES (inaugurato nel 2019 e inserito nel chiostro della Casa Madre dei Missionari Scalabriniani a Piacenza) ospita un percorso multimediale che attraversa in tutte le sue fasi l’esperienza di quei tanti Italiani e Piacentini che tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento abbandonarono le proprie case per emigrare all’estero. Le prime due sale si propongono di raccontare la partenza e il viaggio del migrante tramite la ricostruzione dei poveri ambienti di una casa contadina di inizio Novecento e le cuccette di terza classe di un piroscafo diretto in America 

Di impostazione più tradizionale, il Museo degli Orsanti (custodito in una casa nel cuore del borgo di Vigoleno) raccoglie la storia, i volti e le testimonianze degli Orsanti, artisti girovaghi che partirono da questo angolo di Appennino per cercare una nuova vita. I loro compagni di questa migrazione erano animali esotici ammaestrati con i quali inscenavano spettacoli itineranti: pappagalli, cammelli e addirittura orsi con i quali ingaggiavano, fra la meraviglia del pubblico, finti combattimenti che valsero a questi uomini il nome, appunto, di Orsanti.

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