Distributori obbligati a esporre i prezzi medi regionali di benzina e gasolio, Confcommercio: “Misura dannosa”

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Da martedì primo agosto è entrato in vigore l’obbligo di esposizione, da parte dei benzinai, del cartello contenente i prezzi medi regionali di benzina e gasolio, secondo le indicazioni fornite dal Decreto MIMIT (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) del 31 marzo 2023.

I prezzi medi che verranno resi noti, saranno calcolati con esclusivo riferimento alle seguenti tipologie di carburante: gasolio, benzina, GPL e metano.

L’aggiornamento del cartello dovrà essere effettuato con cadenza giornaliera, utilizzando i dati indicati sull’apposito portale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

I dubbi di Confcommercio

La misura, che dovrebbe favorire la trasparenza a favore dei clienti degli impianti, non è stata accolta – fin dalla sua proposta da parte dell’Esecutivo, avvenuta nel gennaio di quest’anno per frenare la corsa al rialzo dei carburanti – in modo favorevole da FIGISC CONFCOMMERCIO. Il Presidente nazionale FIGISC, Bruno Bearzi, sottolinea oggi alla luce della prima settimana di applicazione come “questa misura – e lo ha bene spiegato anche l’Autorità Antitrust – non fa altro che aumentare il rischio che i prezzi oggi più convenienti, tendano ad allinearsi ad un livello più alto”.

“Il prezzo medio ha solo un valore astratto e non costituisce nessun diritto per il consumatore di esigere quel prezzo”.

Le accise sui carburanti

Interviene in proposito anche il Presidente di FIGISC CONFCOMMERCIO PIACENZA, Antonio Pancotti, che afferma: “Che si parli del famoso cartello del prezzo medio come strumento miracoloso che farebbe addirittura diminuire i prezzi è fuorviante e persino ingannevole, se intende convincere il consumatore che un cartello riesca ad annullare gli effetti della tensione, che ha motivazioni e diffusione internazionale”.

Pancotti sottolinea poi che “il vero motivo del rialzo dei prezzi ad inizio anno è da cercare nella mancata proroga della sterilizzazione delle accise sui carburanti, che fino allora aveva avuto il merito di calmierare il prezzo alla pompa, in un momento di forti e negativi effetti in campo energetico, della situazione internazionale”.

Il Presidente aggiunge poi che stavolta sono i mercati internazionali, grandi arbitri delle quotazioni del greggio e dei suoi derivati, a registrare e causare una tendenza al rialzo dei prezzi, dovuta alla diminuzione delle scorte ed ai tappi dell’offerta della raffinazione. “Le forti tensioni sui prezzi di questi giorni, sono anche stavolta effetto di situazioni esogene alle reti dei distributori e non a fenomeni speculativi”.

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