IT-alert e la privacy: “Perché ricevo un messaggio senza averlo concesso?” Cosa dice la legge e le possibilità di disabilitare il servizio – AUDIO

Piacenza 24 WhatsApp

“Pur comprendendo le motivazioni e gli scopi che sono molto alti, viene meno il rapporto di fiducia tra Stato e cittadino. Chi ha installato l’applicazione ha chiaramente dato l’assenso a questo alert, ma chi non ha dato l’assenso? E’ un’intrusione”. E’ la posizione di Alessandro, ascoltatore di Radio Sound che ha voluto esporre i propri dubbi in merito alla pratica dell’IT-alert. Non parliamo dei dubbi tecnici che si sono sollevati oggi, parliamo di dubbi in merito alla questione privacy. E’ corretto che senza dare il proprio consenso i cittadini ricevano messaggi sul proprio cellulare? Cerchiamo di dare una risposta, partendo dal presupposto che la domanda in questione qualcuno se l’è già posta.

La normativa

In realtà al dubbio di Alessandro e di coloro che potrebbero avere le stesse riserve, risponde una legge del 2018. Era il mese di dicembre quando venne approvato e istituito, a livello europeo, il cosiddetto “Sistema di allarme pubblico”. Tutto avvenne con una direttiva UE – la numero 2018/1972, quella che istituisce il “Codice delle comunicazioni elettroniche” – all’interno della quale viene esplicitamente dichiarato tra i commi dell’articolo 10: “Entro il 21 giugno 2022 gli Stati membri provvedono affinché, quando sono istituiti sistemi di allarme pubblico in caso di gravi emergenze e catastrofi imminenti o in corso, i fornitori dei servizi mobili di comunicazione interpersonale basati sul numero trasmettano allarmi pubblici agli utenti finali interessati”.

In sostanza, anche se per qualcuno potrebbe risultare un sistema un po’ invasivo, si tratta di un sistema normato dalla legge.

IT-alert privacy

La privacy

Per quel che riguarda il capitolo della Protezione dei dati personali, il sito e il sistema risponde ai criteri previsti dal Regolamento Europeo GDPR. La conferma non arriva solamente dalla pagina “privacy policy” presente all’interno del sito, ma dal parere espresso dal collegio dell’Autorità Garante Privacy italiana del 17 ottobre del 2019. E lì arriva la conferma sul rispetto del Regolamento, considerando alcuni fattori alla base di IT-Alert:

  • Il sistema ha l’unica finalità di inviare messaggi sugli scenari di rischi relativi al territorio in cui vivono;
  • Il servizio non prevede l’utilizzo dei numeri telefonici dei cittadini, visto che queste notifiche vengono inviate a mo’ di broadcast, in base alle celle telefoniche di riferimento all’interno di una determinata area geografica;
  • Non è possibile risalire all’identità del cittadino non essendoci alcun numero di telefono registrato per l’invio di quei messaggi;
  • La possibilità di ricevere le notifiche del sistema di allarme pubblico può essere disabilitata da ogni cittadino sul proprio dispositivo mobile.
  • Tutti questi aspetti, dunque, hanno portato il Garante Privacy a valutare positivamente l’impatto di IT Alert a livello di protezione dei dati personali.

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