Nel corso del Comitato del Distretto Socio-Sanitario di Levante, riunitosi all’interno dell’Auditorium “San Giovanni” di Fiorenzuola d’Arda, il Sindaco Romeo Gandolfi ha presentato un documento incentrato sulle proposte e prospettive di consolidamento e sviluppo del presidio ospedaliero della Val d’Arda, redatto dalla Commissione Comunale alla Sanità come “esito di un lungo percorso” che ha visto lo stesso Gandolfi – si legge nel testo – “particolarmente attivo nel sollecitare l’Azienda Sanitaria e la Regione, anche attraverso la Conferenza Territoriale Socio-Sanitaria, affinché il presidio sulla realizzazione del piano di riorganizzazione della sanità locale del 2017 e le promesse lì sottoscritte venissero mantenute”.
LE PREMESSE PER UN NUOVO OSPEDALE
Premesse per tali proposte sono “la costruzione di una rete del sistema delle specializzazioni degli ospedali in hub e spoke, evitando però che questi ultimi diventino troppo distrettuali e periferici: servirebbe cioè mantenere la consulenza specialistica ambulatoriale nei presidi spoke, evitando gravosi spostamenti per i cittadini. Non è infatti ammissibile che, per accedere alle prestazioni ambulatoriali o alle visite specialistiche, sia necessario recarsi all’altro capo della provincia”.
Altra premessa fondamentale è “il mantenimento del numero di posti letto originariamente previsto nel piano di riordino del 2017, in cui l’ospedale valdardese prevedeva la presenza di 145 posti letto, oggi scesi a 127, di cui 110 occupati stabilmente. Serve inoltre agevolare un’informazione operativa delle caratteristiche di specializzazione del luogo di cura del paziente e dei medici di base. Evitare di riconvertire in ospedali di comunità reparti dell’ospedale, e attivare preferibilmente le cure intermedie in luoghi di prossimità alla vita quotidiana del paziente; mantenere gli standard di prestazioni professionali previsti al fine di mantenere l’accreditamento di terzo livello per il blocco B; promuovere e mantenere regolari incontri con gli specialisti ambulatoriali e medici di base per costruire un’integrazione efficace dell’azione sanitaria sul territorio”.
Proposta provocatoria è anche quella di “tornare al pronto soccorso attivo 24 ore. Si intende comunque procedere nella direzione di un’implementazione dei servizi ai cittadini, ed anche con la consapevolezza di poter stringere accordi sia con l’ospedale di Vaio che con più realtà private sul territorio a cui affidare alcuni servizi, abbattendo da subito le liste di attesa senza abbandonare il ruolo primario della sanità pubblica”.
LE CARATTERISTICHE DEL NUOVO OSPEDALE
“Il nostro ospedale – prosegue il documento – dovrà essere attrattivo per i medici: servirà favorire la mobilità intra-aziendale, così come incrementare la capacità attrattiva del presidio grazie alla presenza di specializzazioni internistiche, dell’attività chirurgica e all’attivazione del polo di riabilitazione. Dovrà essere un ospedale premiante, mediante l’attuazione di politiche di incentivazione e fidelizzazione del personale sanitario, e dovrà offrire aree di degenza diversificate, dove siano previsti un’unita operativa di pneumologia; una terapia subintensiva con letti di degenza internistici; un reparto post-acuzie ad elevata intensità assistenziale e una medicina d’urgenza con letti a ciclo breve.
Occorrerà puntare sulla valorizzazione del polo riabilitativo: fondamentale sarebbe anche poter proseguire nella dotazione, a favore dell’unità spinale e dello stesso polo riabilitativo, di soluzioni tecnologiche all’avanguardia, come fattori distintivi che caratterizzino da subito il presidio del blocco B: requisito fondamentale è la presenza di un anestesista/rianimatore, mentre sono cinque le figure specialistiche imprescindibili di cui sarebbe utile disporre in modo continuativo. Oltre a quella dell’anestesista/rianimatore, quelle di un cardiologo; un neurologo; un urologo e un ortopedico. Circa le prospettive tecniche per l’area chirurgica, si deve ipotizzare – alla luce delle localizzazioni di attività della rete ospedaliera chirurgica aziendale – la presenza a Fiorenzuola d’Arda dei servizi di day surgery e chirurgia ambulatoriale, attività che – non richiedendo la presenza intensiva di guardie chirurgiche – non confliggono con le esigenze di pianificazione e programmazione della Rete.
UN OSPEDALE SINERGICO
L’ospedale di Fiorenzuola d’Arda dovrà inoltre essere sinergico, permettendo cioè un collegamento tra le attività riabilitative e la medicina mediante l’attivazione di una presenza costante internistica in riabilitazione, allo scopo di gestire fasi di malattia acuta all’interno del percorso riabilitativo. La presenza di un anestesista/rianimatore permetterebbe alla struttura di essere vigile e tempestiva, con il pronto soccorso che dovrà essere dotato della medicina d’urgenza”, ha aggiunto il Primo Cittadino, il quale ha nel contempo spiegato che “sarà valutata con attenzione la proposta regionale dei Cau, centri di assistenza ed urgenza”. Nell’idea presentata nel documento, si immagina inoltre “un ospedale in grado di investire nella formazione e nello sviluppo di competenze.
In ragione dell’attivazione del corso di Medicina dell’Università di Parma a Piacenza; dell’avviato Corso di Fisioterapia a Fiorenzuola d’Arda e della recente trasformazione dell’Ortopedia di Piacenza in Area Universitaria, va senz’altro programmato un rapporto stabile con l’Università di Parma per specializzandi chirurghi a Fiorenzuola d’Arda”. Infine, si parla di “un ospedale tecnologico: ultimare il completamento dell’area sub intensiva da allocare preferibilmente nel Blocco A – com’era originariamente nella progettazione – non comprometterebbe la disponibilità di spazi del Blocco B Polo riabilitativo”.
LE CONCLUSIONI DEL DOCUMENTO
Per tradurre nel concreto le proposte presentate nel documento, ha concluso il Sindaco di Fiorenzuola d’Arda, “sarebbe indispensabile mobilitare ciascun Comune del Distretto tramite un atto istituzionale, sottoponendo le richieste così approvate ai livelli sovraordinati della Conferenza Territoriale Socio-Sanitaria, di Ausl e della Regione, per una loro presa d’atto e validazione, accompagnando tale processo con una campagna informativa mirata, così da Assicurare alla cittadinanza distrettuale un monitoraggio e aggiornamento costanti”.
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