Giuseppe Caruso, confermata in Cassazione la condanna a dodici anni e due mesi di reclusione. Stessa decisione per il fratello Albino. I due erano stati arrestati il 25 giugno 2019 per alcuni rapporti che avrebbero intrattenuto con la cosca Grande Aracri. L’ex presidente del consiglio comunale e funzionario delle Dogane, Giuseppe Caruso, doveva rispondere delle accuse di associazione per delinquere di stampo mafioso, truffa aggravata, estorsione, corruzione.
Nell’ottobre 2020 il tribunale di Bologna aveva condannato a vent’anni di reclusione Giuseppe Caruso e il fratello. Poi la Corte d’Appello di Bologna aveva ridotto la pena a 12 anni e 2 mesi di reclusione. Ora arriva la decisione della Cassazione che conferma quest’ultima pena.
Non è da escludere che ora i legali difensori dei due fratelli possano presentare ricorso alla Corte Europea.
“Caruso ha una posizione che, anche solo per il suo ruolo pubblico doppio come funzionario delle Dogane e come esponente politico, non è quella di ultimo sgarrista della cosca, ma una posizione più rilevante”. Queste erano state le motivazioni della condanna pronunciate dal gip della procura di Bologna, Sandro Pecorella.
Caruso, avrebbe agito illegalmente nella veste di funzionario della Dogana. Secondo gli inquirenti è “ritenuto appartenente al gruppo mafioso capeggiato dagli altri”, Salvatore Grande Aracri, Francesco Grande Aracri e Paolo Grande Aracri.
Pd: “Una pagina buia della storia della nostra città”
La condanna definitiva per associazione a delinquere di stampo mafioso di Giuseppe Caruso segna la parola fine ad una vicenda estremamente triste per la nostra città, si legge nel comunicato del Partito Democratico di Piacenza.
Il procedimento giudiziario che ha visto coinvolto l’ex presidente del consiglio comunale ed ex membro di Fratelli d’Italia, poi espulso, rappresenta una ferita profonda per Piacenza e per le istituzioni che la guidano, mai fino ad ora, protagoniste in negativo di fatti di tale gravità.
Ne va anche dell’immagine che la politica da di se stessa ai cittadini i quali, nella nostra città, hanno assistito all’allora inconsapevole maggioranza di centrodestra compatta attorno al nome di Caruso come presidente del consiglio comunale prima e ad una condanna definitiva per reati di stampo mafioso dello stesso pochi anni dopo.
Ben venga dunque – si legge nella nota del PD di Piacenza – qualunque iniziativa dell’amministrazione comunale volta a promuovere la cultura della legalità nel solco di quando già fatto con l’istituzione della commissione consiliare numero 5 avente proprio tale finalità.
Riconoscere e bloccare sul nascere le mafie e e i metodi che ne caratterizzano i modi di agire rappresenta una delle priorità sulle quali non è possibile lesinare.
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