“Dal 1988 al 1992, in qualità di giudice della Corte d’Assise ho esaminato quattro omicidi di donne. Quindi era già un fenomeno ben presente, anzi forse era ancora più presente allora rispetto a oggi”. Così il procuratore Maria Grazia Pradella, al convegno “Violenza domestica e stalking” che si è tenuto oggi a Palazzo Farnese.
“A Piacenza io ho il compito di leggere ogni giorno tutte le notizie di reato, compresi i casi relativi al codice rosso. Nella mia carriera ho avuto occasione di lavorare con varie forze dell’ordine. Ebbene io ho constatato che le forze dell’ordine hanno affrontato quello che possiamo definire un vero e proprio tsunami, quindi i reati da codice rosso, con enorme sensibilità. Le forze dell’ordine italiane hanno una sensibilità e un’empatia molto più marcate rispetto ad altre forze dell’ordine estere”.
Si è poi parlato del protocollo Zeus. Quando il questore emette un ammonimento, sia nel caso di atti persecutori che di violenza domestica, informa la persona ammonita della possibilità di sottoporsi ad un programma di prevenzione organizzato dai servizi del territorio. Anche la vittima viene informata della disponibilità di centri e servizi che possano fornirle supporto. Le questure si sono attivate per favorire la “presa in carico” della persona ammonita, attraverso accordi con i centri specializzati. Sono 36 le questure che hanno già firmato, rinnovato precedenti accordi o predisposto bozze di accordo, sul modello del c.d. Protocollo Zeus.
“Nel 90% dei casi, chi si sottopone al protocollo Zeus, non torna a commettere il reato”. Lo ha detto il direttore centrale Anticrimine della Polizia di Stato, il prefetto Francesco Messina.
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