Colesterolo totale alto, calo di visite specialistiche. Pelloni: “Nonostante le tante risorse messe in campo, non siamo ancora tornati ai livelli pre pandemia”. Lo ha detto a Radio Sound il Consigliere Regionale, Componente IV Commissione Politiche per la Salute e Politiche Sociali.
L’Emilia Romagna è una delle regioni italiane, con la Sardegna e il Molise, in cui si registrano le percentuali più alte di ipercolesterolemia nella popolazione, superando di gran lunga il valore limite. L’ipercolesterolemia è un fenomeno patologico che si verifica quando il colesterolo totale è troppo alto.
Nella nostra regione i livelli di colesterolo alto si riscontrano nel 35% degli uomini e nel 36% delle donne. Si aggiunge un dato allarmante: nel 2021 si è registrato un calo di visite specialistiche del 17%, quasi 1 visita specialistica su 5 non è avvenuta. Conseguenze: fuga dei cittadini verso la sanità privata o in molti casi nessuna prevenzione, con rischi per la salute maggiori e livelli di spesa più alti legati ad ospedalizzazioni o impianti di bypass coronarico.
Simone Pelloni, Componente IV Commissione Politiche per la Salute e Politiche Sociali Regione Emilia-Romagna, ha snocciolato dati allarmanti: nel 2021 le visite specialistiche sono diminuite del 17%, quasi una visita specialistica su 5 non è avvenuta.
“Purtroppo la situazione è rimasta simile a quella vista durante la pandemia– ha spiegato il Consigliere Regionale Simone Pelloni – nonostante numerose risorse.
A cosa è dovuto?
“Un problema temo di organizzazione. Perché se si spende molto di più e si concretizza meno, qualche cosa non sta andando bene nella locazione delle risorse. L’unica riforma che ha fatto la Regione negli ultimi tre anni è per introdurre un nuovo dirigente in più.
C’è il rischio di fuga verso la sanità privata?
Il tema è remunerare il grosso sforzo. Cioè di pacche sulle spalle ormai i sanitari ne hanno avute a sufficienza. Davanti a turni massacranti non si può solo dire: grazie per quello che fate. I grazie devono essere anche in termini economici e di produttività.
La situazione è preoccupante?
Sì, soprattutto rispetto argomenti come la prevenzione. Bisogna spendere meglio le risorse per ritornare a dei livelli di produzione di servizi che aiutino e prevengano le malattie cardiovascolari più gravi e le ospedalizzazioni. Per tante malattie, la prevenzione è tutto. Sono malattie che diventano anche estremamente onerose nel momento in cui non si agisce prima in modo serio.
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