“Corrado Sforza Fogliani è stato l’esempio vivente del rappresentante di una Famiglia Storica d’Italia”

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«Corrado Sforza Fogliani è stato l’esempio vivente del rappresentante di una Famiglia Storica d’Italia. Il 27 dicembre 2010 aveva ottenuto dallo Stato la massima onorificenza, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Ma questo non basta per dimostrare di essere un grande, un esempio, un’eccellenza che ha portato concreti risultati al vero bene della Nazione. Ogni anno, dunque, il Presidente della Repubblica premia 25 personaggi “che si sono resi singolarmente benemeriti”, segnalandosi “nell’agricoltura, nell’industria, nel commercio, nell’artigianato, nell’attività creditizia e assicurativa”. E lui, da uomo poliedrico, rappresentava tutti questi mondi ed è stato insignito il 31 maggio 2012. Per arrivare ai livelli raggiunti dal Cavaliere del Lavoro Corrado Sforza Fogliani non si nasce dal nulla, ma senz’altro aiuta – senza nulla togliere alle grandi qualità individuali – avere alle spalle una Famiglia importante». Questo quanto emerso dall’interessante relazione dello studioso Pier Felice degli Uberti su “Famiglie storiche: gli Sforza Fogliani nella storia d’Italia attraverso le vicende del Ducato di Milano e del Ducato di Piacenza”, dedicata alla memoria del compianto presidente Corrado Sforza Fogliani. Una conferenza che si è tenuta al PalabancaEventi (Sala Panini) dopo la presentazione degli Atti del convegno internazionale “I Farnese, una grande dinastia” nascita, affermazione e alleanze nella storia europea”, che si era tenuto nel 2021 nella stessa prestigiosa sede di via Mazzini per iniziativa dell’Istituto Araldico Genealogico Italiano-IAGI (rappresentato dallo stesso prof. degli Uberti) in collaborazione con la Banca di Piacenza e, in particolare, con il compianto presidente Sforza e con il patrocinio della Confédération Internationale de Généalogie et d’Héraldique.

L’incontro si è aperto con il saluto introduttivo del presidente del popolare Istituto di credito Giuseppe Nenna, che ha ricordato il grande interesse storico che il presidente Sforza aveva per i Farnese e le importanti iniziative che con la Banca aveva organizzato.

Pier Felice degli Uberti ha quindi brevemente spiegato le origini degli Sforza: eredi del capostipite Corrado da Fogliano, fratello uterino di Francesco Sforza e inviato da quest’ultimo a governare l’allora turbolenta Piacenza, si distinse in seguito per la sua capacità di ammansire la città per poi annetterla al Ducato di Milano, ottenendo il privilegio di aggiungere al nome quello di Sforza; nacque così il casato degli Sforza Fogliani, un titolo e un blasone fra i più importanti d’Italia.

«Il padre, il nobile avvocato Raffaele – ha aggiunto il relatore – era una persona geniale, che disse continuamente ai tre figli: “Non contate sul patrimonio e men che meno sul nome, ma fatevi una posizione personale”».

PRESENTAZIONE DEGLI ATTI

Gli Atti del citato convegno internazionale – che era stato presieduto dall’Altezza Imperiale e Reale l’Arciduca Joseph d’Asburgo – sono stati presentati dal presidente (Pier Felice degli Uberti) e dal vicepresidente (Marco Horak) dello IAGI. Tema, i Farnese – una dinastia che ha lasciato un’impronta indelebile nella città di Piacenza -, sviscerato da illustri relatori giunti da diverse città italiane e dall’estero. Folto il numero degli studiosi piacentini che erano intervenuti con una propria relazione. Il convegno farnesiano aveva fatto seguito ad una quadrilogia congressuale iniziata nel 2018 a Palazzo Farnese, a cui avevano fatto seguito i convegni di Napoli, Palermo e Madrid.

E’ stato ricordato che al convegno del 2021 al già Palazzo Galli intervenne personalmente il presidente Sforza, a chiudere i lavori con un saluto istituzionale, per due ragioni di fondo: anzitutto per il tradizionale radicamento della Banca di Piacenza in un ambito territoriale che fu dominato a lungo dai Farnese; poi perché proprio la Banca quindici anni fa, nel 2007, inaugurò il ciclo dei convegni farnesiani con un importante congresso internazionale di studi su Pier Luigi Farnese intitolato “La congiura farnesiana dopo 460 anni – una rivolta contro la Stato nuovo”, un grande evento culturale che intendeva ricordare un fatto di straordinaria importanza per la storia di Piacenza: l’uccisione del duca Pier Luigi Farnese avvenuta il 10 settembre 1547, una congiura che segnò profondamente il destino della nostra città. Tra l’altro, alcuni studiosi che sono intervenuti nel citato convegno farnesiano del 2021 erano presenti con apprezzate relazioni pure a quello del 2007, tenutosi sempre al già Palazzo Galli, dedicato al duca Pier Luigi: Stefano Pronti, Valeria Poli e Marco Horak.

Gli Atti sono stati pubblicati sulla rivista di araldica “Nobiltà”, che può essere richiesta all’Ufficio Relazioni esterne della Banca (0523542357; relaz.esterne@bancadipiacenza.it), fino ad esaurimento, con precedenza ai Soci e ai Clienti dell’Istituto di credito.

Nel corso dell’incontro sono stati forniti i link utili al fine di poter consentire – agli interessati – la lettura dei testi delle relazioni, qui di seguito elencate: Stefano Pronti (“Araldica e mitografia dei Farnese”), Gian Paolo Bulla (“Ius fisci, tributi e bilanci nei Ducati Farnesiani di Parma e Piacenza”), Marco Horak (“L’affermazione del prestigio di una dinastia attraverso il collezionismo d’arte: il caso dei Farnese”), Ciro Romano (“I Farnese nella Chiesa, dinamiche familiari nelle carriere ecclesiastiche”), Elena Montanari (“La famiglia Farnese e la devozione alla Madonna di Campagna”), Eugenio Gentile (“Strategie militari farnesiane e l’evoluzione nel tempo della funzione della cinta muraria cinquecentesca di Piacenza”), Giuseppe Costanzo (“I Farnese del ramo di Latera: da Bartoloneo I a Girolamo il Cardinale”), don Antonio Pompili (“Esempi di araldica ecclesiastica farnesiana”), Giorgio Eremo (“Il caso di Erasmo II Malvicini Fontana: bandito dal Ducato, ma sempre nelle grazie di Ottavio Farnese”), Alessandro Malinverni (“La committenza d’arte di Antonio Farnese”), Manrico Bissi (“Il trono insanguinato. Due grandi congiure contro la dinastia Farnesiana [1547-1612]”), Mimma Berzolla Grandi (“I cavalli farnesiani del Mochi: da munifico ex-voto a opere universali”), Valeria Poli (“I Farnese e l’urbanistica moderna”), Maria Cristina Sintoni (“L’araldica dei Farnese e la ceramica: l’evoluzione decorativa dello stemma”), Mariano Andreoni (“Uno dei grandi eventi in Casa Farnese: il matrimonio di Alessandro Farnese con Maria di Portogallo”), Alfonso Marini Dettina (“La nobiltà del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio”), Pier Felice degli Uberti (“L’Ordine Costantiniano di San Giorgio e le sue trasformazioni dopo l’estinzione dei Farnese”), Manuel Ladron de Guevara (“Reinas de España y de Portugal del linaje Farnese”), Gionata Barbieri (“Costantiniani nei secoli XVI e XVII: tra cavalleria ed epica”).

Ai relatori del convegno internazionale presenti in sala è stato consegnato il volume degli Atti e le relazioni stampate anche singolarmente.

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