Ufficiale! Ghirelli si dimette dalla carica di presidente di Lega Pro: “Saranno operative dal 17 dicembre”

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Db Milano 09/01/2020 - presentazione della nuova collezione figurine Panini / foto Daniele Buffa/Image nella foto: Francesco Ghirelli PUBLICATIONxNOTxINxITA

Francesco Ghirelli si dimette dalla carica di Presidente della Lega Pro. All’indomani della votazione per il cambio del format della Serie C (che ha avuto esito negativo), Ghirelli ha lasciato la presidenza della Lega Pro. “Ho aspettato di consegnare le dimissioni da Presidente di Lega Pro, esse saranno operative da domani. Avevo la cena degli auguri con voi, donne e uomini della Lega Pro, con voi che siete la forza della Lega Pro e volevo partecipare. Che avessi deciso di dimettermi un secondo dopo l’esito della votazione in Assemblea è contenuto nel comunicato stampa: “Va preso atto del voto, senza se e senza ma, la proposta è stata respinta. Nessun commento da parte mia come è doveroso nel gioco democratico”. D’altra parte ognuno di noi ha una sua tracciabilità, me ne andai da un giorno all’altro da Presidente della Giunta Regionale dell’Umbria, dal Consiglio Regionale e dalla politica.

Ero giovanissimo, anche allora pronunciai la frase di Eduardo De Filippo, “Adda passà ‘a nuttata”. Allora la pronunciai nel significato che nel tempo aveva assunto e cioè quello di chi non voglia cambiare. Purtroppo avevo ragione e la crisi della politica lo dimostrò, ahimè, ampiamente. Nel dibattito in Assemblea di Lega Pro, l’ho pronunciata con il significato originario che c’è in “Napoli milionaria”, la celebre commedia del maestro Eduardo De Filippo.

Non è un caso che io questa frase l’abbia pronunciata durante la relazione in assemblea di Lega Pro. L’ho fatto dopo aver ricordato il Rapporto 2022, pubblicato dal CENSIS, sull’Italia. Il Rapporto sulla situazione sociale definisce L’Italia “malinconica”, il 90% vive nella tristezza e la voglia di restare passivi, sa di subire ingiustizie e non reagisce. Sono gli effetti delle quattro crisi: COVID-19, la Pandemia; l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, la guerra al confine di casa; l’impennata e l’alta inflazione; la crisi energetica.

Ho spinto a dare, con il fare la riforma del format, anche un segnale al Paese, in senso diametralmente opposto alla negatività, ad investire per cambiare trend, per passare da una situazione certa, negativa ad una sfida per tornare a sorridere e produrre risorse. La Serie C è un campionato bellissimo, pieno di storia, emozione. Ha un urgenza a cui dover dare una risposta, indicare un progetto forte di sostenibilità economica e di ripresa di contatto con i giovani. Se non lo fa, sarà esposta ad incursioni, ad essere rinsecchita come una riserva indiana.

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