«Quando mi chiedono se sono un esorcista, rispondo che sono il frate indiavolato. Alle persone che si rivolgono a me mi presento facendoli partecipi di alcuni episodi della mia vita. Vita che dà tre doni: corpo, che tocca, lavora, guadagna, risparmia; anima, che sorride; spirito, che prega; e altrettanti problemi: famiglia, società, sentimenti». Così si era espresso padre Contardo Montemaggi il 28 giugno del 2018 (nel giorno del suo 83esimo compleanno) all’incontro organizzato dalla Banca di Piacenza nel chiostro del Convento di Campagna (a cui avevano partecipato circa 200 persone), nell’ambito delle manifestazioni collaterali alla Salita al Pordenone, sulle esperienze vissute da un esorcista (padre Contardo, appunto). Il francescano è poi mancato tre anni più tardi (il 28 febbraio del 2021), lasciando i frequentatori del Convento e della Basilica di Santa Maria di Campagna orfani della sua simpatia tipicamente romagnola, che lo portava spesso a raccontare barzellette molto divertenti.
Una nostalgia che si è tradotta in un libro sulla sua figura (“Padre Contardo. L’allegria cristiana”, di Federica Villa – Edizioni Il Duomo), presentato questa sera nella Biblioteca del Convento davanti a un pubblico numeroso, per iniziativa di Banca di Piacenza, Comunità francescana, Fondazione di Piacenza e Vigevano, settimanale Il Nuovo Giornale e Movimento scout adulti, nell’ambito delle Celebrazioni per i 500 anni della Basilica mariana.
I saluti introduttivi sono stati portati dal presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano (che ha sostenuto la realizzazione del volume) Roberto Reggi («Come Fondazione siamo orgogliosi di aver fatto parte di questo progetto – ha sottolineato l’ing. Reggi – rivolto al ricordo di una persona che ha insegnato molto agli altri. Ho avuto il privilegio di conoscerlo: trasmetteva serenità, tipico delle persone solide e la sua allegria era contagiosa») e dal condirettore generale della Banca di Piacenza Pietro Coppelli («è buona cosa ricordare religiosi come padre Contardo – ha osservato il dott. Coppelli -, o come abbiamo fatto con padre Corna la settimana scorsa e come faremo con i beati Bernardino da Feltre (domani, ndr) e Marco da Bologna (24 novembre, ndr), perché parlando dei loro atti di bontà possiamo sperare di far attecchire il bene nel cuore di tutti»).
Il Superiore del Convento padre Secondo Ballati ha ricordato il «carattere allegro» del confratello, ma al contempo «il grande rigore che metteva nello svolgimento dei suoi compiti di pastore di anime, la serietà con la quale approcciava le persone che confessava, il rispettoso riserbo che ha sempre tenuto riguardo la sua attività di esorcista». Di suo poi aveva la capacità di mettere a proprio agio le persone, togliendole dalla soggezione con una barzelletta. «Chi lo ha conosciuto quando era più giovane – ha concluso padre Secondo – ne aveva potuto apprezzare la grande vitalità: gli piaceva stare con gli amici, bere un buon bicchiere di vino, socializzare e camminare con i suoi scout».
La curatrice del volume Federica Villa (esperta di comunicazione, collaboratrice de Il Nuovo Giornale, nel 2021 ha realizzato il libro storico sul centenario delle Suore della Provvidenza per l’infanzia abbandonata fondate da mons. Francesco Torta) ha dal canto suo spiegato le caratteristiche della pubblicazione, che non segue un criterio cronologico, ma racconta nei vari capitoli le esperienze di vita di padre Contardo, anche attraverso le testimonianze dirette raccolte tra coloro che lo hanno conosciuto. Tra questi, il giornalista Ludovico Lalatta e Mario Girometti con la moglie Roberta Bonvini – presenti in sala – hanno raccontato il loro incontro con il frate romagnolo.
Originario di Villa Verucchio di Rimini (sede di uno dei più antichi conventi francescani risalente al 1200, nel quale tutti i frati fanno il noviziato), dove è sepolto nella tomba di famiglia, padre Contardo – al secolo Corrado – era entrato a soli 11 anni nelle file dei Frati minori. A 18 vestì l’abito da frate (tre anni di liceo li aveva frequentati a Piacenza) e nel 1961 celebrò la sua prima messa. Fu impegnato nei diversi conventi emiliano-romagnoli, lasciando ovunque persone grate a Dio di averlo incontrato. Prima a Parma nel convento della SS. Annunziata, poi a Faenza (3 anni) e di nuovo nella città ducale (dove è stato in totale 15 anni), per poi passare nel suo paese natale, a Modena (5 anni), a Predappio (5 anni), e all’eremo di Montepaolo, a Ravenna (per 14 anni) nella parrocchia del porto, per giungere a Piacenza nel 2013. Parroco ed esorcista sia a Forlì che a Ravenna, legò il suo nome alla rinascita a Parma degli scout, realtà ecclesiale che seguì a più riprese. Anche a Piacenza era assistente del Masci, il Movimento scout adulti.
In molti lo ricordano per le numerose barzellette e per le sue massime che raccontava anche durante le omelie: “La via più facile non è sempre la più giusta”; “Dio ha salvato il mondo non con una bomba ma con un bimbo”; “Un sorriso non è mai fuori posto”; “E’ più facile obbedire che comandare”, senza dimenticare il proverbiale detto “Prediche corte e tagliatelle lunghe”.
Iscriviti per rimanere aggiornato!
Compilando i campi seguenti potrai ricevere le notizie direttamente sulla tua mail. Per garantire che tu riceva solo le informazioni più rilevanti, ti chiediamo gentilmente di mantenere aggiornati i tuoi dati.