Si affievoliscono le speranze di vedere salva la casa di Giuseppe Verdi a Sant’Agata, frazione di Villanova. Come noto, alla base della possibile e ormai pare inevitabile chiusura una battaglia legale durata più di 20 anni e tre gradi di giudizio. E alla fine il risultato è che la splendida Villa Verdi a SantʼAgata di Villanova, da lunedì 31 ottobre non sarà più accessibile al pubblico.
La casa – divenuta museo – dove Giuseppe Verdi visse per 50 anni chiude perché la Corte di Cassazione ha stabilito che l’eredità di Alberto Carrara Verdi, scomparso nel 2001 senza lasciare un testamento, deve essere divisa tra i quattro figli – Angiolo, Ludovica, Emanuela e Maria Mercedes – in parti uguali. Ma dato che nessuno dei tre fratelli rimasti (Emanuela è deceduta nel 2020) è in grado di rilevare le quote dell’altro, la Villa con le sue 50 stanze e i suoi sette ettari di parco è destinata alla vendita.
Villa Verdi, impegno bipartisan in Regione per la sua rinascita
Per la rinascita di Villa Verdi, l’abitazione del grande compositore che si trova a Sant’Agata nel Comune di Villanova d’Arda in provincia di Piacenza, l’impegno dell’Assemblea Legislativa è bipartisan. Approvata infatti in Commissione cultura una risoluzione presentata compattamente dai consiglieri del parmense Rainieri, Gerace e Daffadà e piacentini Molinari e Rancan.
“In questi anni – ha ricordato il consigliere regionale Pasquale Gerace in Commissione – abbiamo presentato atti formali e approvato una legge regionale che tutela le case dei personaggi che hanno fatto la storia dell’Emilia-Romagna. Villa Verdi è una di queste e oggi ospita una parte museale, aperta alle visite del pubblico, nella quale sono custoditi preziosi cimeli riguardanti la vita di Giuseppe Verdi. L’altra parte è la dimora di uno dei discendenti, e curatore del patrimonio museale, del grande Maestro”. “L’immobile e le sue pertinenze però, versano in uno stato di incuria – ricorda con preoccupazione il consigliere Pd – e necessitano di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria non più procrastinabili. La proprietà però non intende muoversi in tal senso”.
“Per questo – spiega Gerace – sollecitiamo la nostra Regione a promuovere l’acquisizione dell’immobile da parte del Governo. E a procedere di concerto con gli enti locali e le associazioni del territorio per mettere in atto tutto ciò che serve alla rinascita di un immobile simbolo di cultura, arte, e conoscenza. L’eredità tangibile di Giuseppe Verdi è un patrimonio di livello mondiale e non possiamo permetterci che non sia preservato e valorizzato”.
Il Consigliere Gian Luigi Molinari precisa che “la Regione non è mai venuta meno al suo ruolo di coordinamento istituzionale territoriale, nonché a quello di concertazione, che oggi può essere rafforzato, alla luce degli ultimi eventi – la notizia della chiusura al pubblico, prevista a partire dal giorno 31 del corrente mese – con la convocazione di un tavolo tecnico istituzionale al fine di individuare soluzioni condivise con gli Enti locali e lo Stato, per mantenere fruibile al pubblico l’immobile, qualora vi siano le condizioni di sicurezza, e per l’acquisizione, restauro e gestione”.
Tagliaferri (Fdi): “Vigileremo che la Regione passi dalle parole ai fatti“
“Abbiamo ascoltato gli impegni dell’assessore Felicori e siamo certi che passerà dalle belle parole agli altrettanti bei fatti, a partire dal far sì che il curatore ne permetta ancora la continuità d’uso come museo aperto al pubblico. Abbiamo, per tempo e in tempo reale appena saputo del rischio chiusura, sollevato il tema e chiesto alla Regione di intervenire. Ora vigileremo sul fatto che passata l’emozione del momento Villa Verdi non vada nel dimenticatoio. Vigileremo l’attività della Regione e siamo pronti al dialogo e nemmeno accetteremo dilazioni sui tempi. Villa Verdi è un patrimonio universale perché lo è Giuseppe Verdi”.
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