In Emilia-Romagna sono tornatati a crescere in modo vertiginoso gli infortuni sul lavoro e le “morti bianche”, sono 50 dal primo gennaio al 31 luglio 2022. A Piacenza, sono stati ben 2.837 gli incidenti sul lavoro accaduti nella nostra provincia tra gennaio e luglio di quest’anno (+22,1% rispetto allo stesso periodo del 2021) oltre ad un incremento dei casi di malattie professionali riconosciute nel nostro territorio che passano dagli 87 casi dell’anno precedente ai 118 dell’anno in corso.
Edilizia, logistica e agricoltura sono i settori più colpiti ma analizzando i dati Inail si scopre che nessun comparto è immune. Dove ci sono concertazione, qualità del lavoro e legalità gli infortuni calano, quando si trova illegalità e aree “grigie” di lavoro, la sicurezza è in pericolo e il rischio di incidenti sul lavoro diventa molto elevato.
Il “Protocollo per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro” siglato nei giorni scorsi dal movimento sindacale dei lavoratori e condiviso con la Regione e con tutti i soggetti firmatari del Patto per il Lavoro e il Clima, rappresenta un risultato di grande rilevanza per contrastare il fenomeno. Ora va attuato al più presto per la tutela della salute e della sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori, e rimane necessario, al contempo, che istituzioni e organismi di vigilanza diano operatività agli impegni assunti per imporre il rispetto delle norme e dei comportamenti alle imprese attive in Emilia-Romagna in maniera tale di mettere fine alla strage che si ripete ogni anno nei luoghi di lavoro, perché di questo si tratta.
Altro aspetto poco sondato sono le malattie professionali, in incremento a Piacenza dove non tutti gli standard di sicurezza vengono garantiti nei luoghi di lavoro.
Come CGIL abbiamo da tempo rivendicato alcuni pilastri sul tema della sicurezza sul lavoro: prevenzione e formazione sempre e fin dal primo giorno di lavoro, applicazione dei CCNL sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, regolarità nelle modalità del lavoro negli appalti e nei subappalti insieme al mantenimento delle clausole sociali, e contrasto al lavoro nero, alla precarietà e allo sfruttamento focalizzando e rafforzando gli adeguati controlli e i tavoli specifici di coordinamento.
Da questo punto di vista utile ed apprezzabile resta l’Osservatorio provinciale per la Sicurezza istituito nel nostro territorio e presieduto dal Prefetto di Piacenza che si impegna a verificare gli impegni assunti e monitorare la loro attuazione per contrastare la piaga degli infortuni.
Governo e Parlamento saranno chiamati ad attuare e costruire una nuova legislazione sui temi del lavoro contro il dumping contrattuale a favore dell’applicazione dei CCNL e la continuità occupazionale a partire da appalti e subappalti (cioè stesso lavoro, stesso contratto e identico salario e sicurezza applicata, medesimi diritti).
Il nostro impegno come Cgil non mancherà ma prevenzione, formazione, salute e sicurezza devono tornare pienamente esigibili nei luoghi di lavoro, con un inasprimento delle sanzioni per chi non rispetta le regole. Da qui passa la strada per un obiettivo ambizioso ma raggiungibile: “morti zero” sul lavoro.
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