Si può presentare dalle 12 di domani – giovedì 15 settembre – e fino al 21 ottobre (entro le ore 12) la domanda per accedere al bando affitti riservato agli inquilini. Quest’anno lo Stato assegna alla Regione Emilia-Romagna poco più di 34 milioni di euro, a cui la Regione aggiunge 5,8 milioni di risorse proprie.
«Il contributo, erogato in base all’Isee, può arrivare fino a 1.500 euro – spiega Marco Di Barbora, responsabile delle attività Sicet (sindacato inquini Cisl) a Piacenza – È una misura ormai consolidata, gestita dai Comuni, e che fornisce un aiuto prezioso a chi vive in affitto. L‘ultimo indice Istat sui canoni segnala un aumento del 7,8% che si somma agli altri rincari, a partire dalle bollette energetiche».
Per accedere al bando affitti occorre possedere un Isee ordinario o corrente fino a 17.154 euro (graduatoria 1), oppure fino a 35 mila euro, purché il richiedene abbia subìto un calo del reddito superiore al 25% (graduatoria 2). Sono esclusi dal beneficio gli inquilini che hanno avuto altri contributi per lo stesso scopo e gli assegnatari di alloggi di edilizia residenziale pubblica che possono accedere solo alla graduatoria 2. Inoltre il contributo non è cumulabile con la quota destinata all’affitto nel reddito di cittadinanza.
«Quest’anno ci aspettiamo numeri più alti, perché la difficile situazione economica ha impoverito famiglie che finora non avevano i requisiti Isee per presentare la domanda –prevede Marco Di Barbora, – Noi della Cisl ci siamo organizzati per assistere le persone e famiglie nella compilazione della domanda, che avverrà attraverso una una piattaforma regionale. Presteranno assistenza anche gli operatori del nostro Caf».
Per la Cisl, comunque, il bando affitti, pur necessario, non basta a risolvere il problema della casa.
«I costi di acquisto e affitto delle abitazioni minano la coesione sociale nei nostri territori», sottolineano in via Pietro Cella.
«Abbiamo bisogno di una forte garanzia pubblica sugli affitti, un rafforzamento della Agenzia Casa e un nuovo grande investimento sull’edilizia residenziale pubblica, che purtroppo manca nel Pnrr – si aggiunge – Inoltre occorre un rilancio del sistema incentivante degli affitti concordati che permettono di calmierare i costi dei canoni».
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