“Bollette cresciute da 500 a 1500 euro, una vera emergenza e gli esercenti sono al collasso”. Le proposte di Confcommercio a governo e Unione Europea: “Occorre agire subito” – AUDIO

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Una vera emergenza, i commercianti sono al collasso“. Non usa mezzi termini Raffaele Chiappa, presidente di Confcommercio Piacenza, nel commentare il caro energia che sta mettendo in ginocchio il Paese. Chiappa interviene ai microfoni di Radio Sound in quella che rappresenta una mattinata ricca di impegni per l’associazione. Confcommercio infatti ha invitato tutti gli esercenti a spegnere le luci delle loro attività a partire dalle ore 12 per 15 minuti per sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica rispetto a questa crisi energetica e finanziaria. Un gesto avvenuto durante una conferenza stampa che Confcommercio ha organizzato a Roma per avanzare alcune proposte al governo. Lo spegnimento delle luci nei negozi arriva dopo il lancio di un’altra iniziativa: l’esposizione delle bollette nelle vetrine degli esercizi commerciali.

Bollette in vetrina è un’iniziativa a cui hanno aderito tutte le città, più che una protesta si tratta di un gesto per mostrare concretamente quanto siano insostenibili i rincari energetici. E’ una vera emergenza, parliamo di bollette che da 500 euro sono passate a 1500 euro, cifre da capogiro che mettono in crisi le piccole e le grandi attività. Dopo le difficoltà dovute alla pandemia si tratta di un problema difficilmente superabile, se non con delle manovre immediate e incisive a livello centrale”, spiega Chiappa.

Anche la decisione di spegnere le luci nei negozi per 15 minuti non è una vera protesta, come spiega Chiappa: “E’ una silente manifestazione del problema, abbiamo deciso di organizzarla in concomitanza con la conferenza stampa che il nostro presidente Carlo Sangalli ha tenuto a Roma. Una conferenza durante la quale Confcommercio ha avanzato alcune proposte per affrontare queste problematiche. Proposte sa sottoporre al governo italiano e all’Europa, perché non si piò certo pensare di risolvere il problema agendo a livello locale. Lo spegnimento delle luci vuole dimostrare anche un’altra cosa: se le nostre attività dovessero chiudere calerebbero in modo significativo anche gli introiti per gli operatori del settore energetico. Un gesto simbolico dai tanti significati”.

Si diceva dunque della conferenza stampa organizzata a Roma, alla quale hanno partecipato ANCC-COOP, ANCD-Conad e Federdistribuzione. In una nota, Confcommercio parla di “uno scenario che in assenza di nuove e ulteriori misure di contrasto e sostegno, mette seriamente a rischio la prosecuzione dell’attività di tantissime imprese nei prossimi mesi”.

Nel corso di questa conferenza stampa, come sottolineava Chiappa, è stato presentato anche un documento con le richieste e le proposte delle imprese. Proposte che si possono riassumere in tre punti fondamentali:

  • incremento del credito d’imposta per il caro energia elettrica dal 15% al 50% nel caso di aumenti del costo dell’energia superiori al 100%, misura che andrà estesa anche all’ultimo trimestre dell’anno;
  • ampliamento dell’orizzonte temporale per la rateizzazione delle bollette almeno fino a dicembre 2022;
  • incremento fino al 90% della copertura offerta dal Fondo di garanzia per le PMI anche per i finanziamenti richiesti dalle imprese per far fronte alle esigenze di liquidità determinate dall’aumento del prezzo dell’energia elettrica.

E’ l’inizio di un percorso, perché da qualche parte bisogna pur iniziare: i commercianti sono al collasso“, commenta Raffaele Chiappa.

Viva preoccupazione ha manifestato Giorgia Tosi, Presidente di FIDA Piacenza la quale ha dichiarato: “La corsa inarrestabile dei prezzi delle materie prime energetiche si sta abbattendo sui bilanci delle imprese del terziario e della distribuzione tradizionale e moderna con un aumento delle bollette che, di giorno in giorno, diventa sempre più insostenibile. Una situazione di vera e propria emergenza che sta comprimendo i già bassi margini operativi di molte aziende del settore e che rischia di portare al rallentamento, se non addirittura alla chiusura, di tante attività. Occorre attuare provvedimenti con urgenza”.  

Sul medesimo tema anche Roberta Amendolara, titolare degli omonimi spacci Amendolara, e vice presidente di FIDA Piacenza, prendeva posizione con le seguenti parole: “Non posso che unirmi a tutti gli associati che protestano sul rincaro delle bollette della luce. Le nostre bollette hanno avuto un aumento pari al 365 per cento. Una follia che sta mettendo a rischio, a mio parere e non solo, tutti i commercianti e tutte le imprese che necessitano di energia elettrica per mandare avanti le proprie attività”.

La Presidente di FIDA Piacenza, Giorgia Tosi, ha concluso il proprio intervento offrendo ai propri associati un decalogo per migliorare il risparmio energetico delle attività; a tal fine, la stessa ricordava che: “per contrastare più efficacemente i rincari delle bollette sono stati individuati alcuni principi generali per contenere i consumi e favorire il risparmio energetico dei punti vendita che ciascuna Organizzazione si impegna a promuovere tra i propri associati. Questi principi sono sintetizzati in un decalogo di azioni e comportamenti virtuosi, ossia:

  1. Spegnere le insegne luminose e le apparecchiature non necessarie in concomitanza con gli orari di chiusura dell’attività commerciale;
  2. Ridurre l’intensità luminosa del punto vendita e spegnere o ridurre in modo significativo l’illuminazione in ambienti poco frequentati;
  3. Regolare la temperatura ambientale dell’attività commerciale (riscaldamento/raffrescamento) nell’ottica di contenere i consumi;
  4. Interrompere la funzione di riciclo dell’aria nelle ore notturne;
  5. Tenere chiuse le porte di ingresso per evitare dispersioni termiche in assenza di lame d’aria;
  6. Ridurre la temperatura dell’acqua utilizzata all’interno dei locali;
  7. Utilizzare in maniera efficiente l’energia elettrica ed il gas naturale per la cottura dei cibi, monitorando i relativi consumi energetici;
  8. Utilizzare in modo efficiente le celle e i banchi frigoriferi, attraverso un corretto caricamento degli stessi, limitando le aperture allo stretto indispensabile e sensibilizzando anche la clientela a tal fine;
  9. Utilizzare in modo efficiente gli elettrodomestici in dotazione all’attività commerciale;
  10. Razionalizzare l’organizzazione del lavoro al di fuori degli orari di apertura al pubblico (pulizie, caricamento banchi, ecc.) al fine di ridurre i consumi energetici”.

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