Chiusura percutanea dell’auricola, primi due interventi a Piacenza. Aschieri: “Si apre una nuova era per la nostra Cardiologia”

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“Oggi per Piacenza è una data importante: inizia una nuova era della per la nostra Cardiologia che, in un futuro molto prossimo, potrebbe portarci anche a realizzare interventi di sostituzione della valvola aortica e riparazione della valvola mitrale”.

Con queste parole Daniela Aschieri, direttore di Cardiologia e Utic, ha commentato i primi due interventi di chiusura dell’auricola atriale sinistra eseguiti con successo a Piacenza da Guido Rusticali, responsabile delle sale di emodinamica, e dalla sua equipe.

La procedura prevede l’impianto di una piccola protesi, attraverso un catetere inserito nella vena femorale all’altezza dell’inguine. Il dispositivo di chiusura viene posizionato all’imbocco dell’auricola sinistra ed  è stato ideato per impedire che coaguli di sangue eventualmente presenti fuoriescano nella circolazione sanguigna  (cardio embolismo) e possano provocare un ictus.

Questo piccolo prolungamento dell’atrio del cuore è infatti la principale sede di formazione dei trombi. L’intervento mini-invasivo portato a termine con successo anche a Piacenza consente di eliminare il trattamento con anticoagulanti a vita ed è quindi vantaggioso soprattutto per i pazienti considerati ad alto rischio di ictus, per cui la terapia tradizionale sia risultata inefficace o controindicata.

“La fibrillazione atriale è l’aritmia più comune e rappresenta un importante e riconosciuto fattore di rischio di stroke (o ictus). I pazienti che ne soffrono – evidenzia il dottor Rusticali – hanno un rischio 5 volte più alto di ictus. Attualmente il trattamento più efficace per la prevenzione è l’anticoagulazione a lungo termine, percorso di cura che, però, non è adatto a tutti i pazienti e può presentare importanti effetti collaterali: per esempio, un alto rischio emorragico e problematiche gastriche. La procedura di occlusione dell’auricola, eseguita anche in anestesia locale, riduce il rischio di ictus senza l’utilizzo di terapia anticoagulante”.

“Fino a un mese fa – evidenzia il professionista – queste procedure si effettuavano esclusivamente in pochi centri provvisti di un reparto di Cardiochirugia come Bologna, Parma e Milano. Una recente determina della regione Emilia Romagna ha aperto la possibilità di effettuare l’intervento anche ai centri spoke qualificati. Piacenza in regione è uno dei primi a eseguire la procedura”.

La struttura piacentina, infatti, risponde ai criteri indicati dalla determina per complessità organizzativa e tecnico professionale come reparto dotato di degenza, laboratori di emodinamica, di cardiochiurgia e terapie intensive.

“Si tratta – sottolinea Daniela Aschieri, direttore della Cardiologia di Piacenza – di un passo avanti di rilievo per la nostro reparto, che ci permette di intercettare le necessità dei pazienti più fragili e a rischio emorragico, offrendo una risposta di altissimo livello tecnologico-professionale: in questo modo la persona viene sollevata da stressanti spostamenti in realtà lontane e curata vicino al proprio domicilio in un centro qualificato di alto livello. Molto importante – prosegue – sarà il rapporto con i medici di famiglia che potranno meglio assistere i propri assistiti veicolandoli in percorsi di cura più adatti alla condizione fisica e garantendo una presa in carico di tutti i soggetti che hanno necessità di questo intervento”.

Dopo aver concluso con successo due procedure, l’equipe piacentina ha già in calendario altri appuntamenti nel prossimo mese. “Ci aspettiamo circa una ventina di richieste di chiusura dell’auricola all’anno e siamo molto orgogliosi di poter garantire a tutti coloro che ne avranno bisogno questo servizio”.

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