La Buona Destra nasce per superare, anzi archiviare un bipolarismo che ha da tempo autocertificato il proprio fallimento. Nella nostra provincia, in particolar modo, la Buona Destra ha sperimentato prima a Cortemaggiore e successivamente a Piacenza la strada di una via alternativa ai populismi di destra e sinistra. I risultati sono stati coerenti con l’impegno di una forza politica al suo esordio, così come accade a tutti i progetti politici che muovono i primi passi. A Piacenza l’esperimento del Terzo polo avrebbe potuto avere esiti ben differenti, se tutti gli iniziali interlocutori di Buona Destra non avessero deciso, alla fine, di farsi sedurre da sirene di più ammaliante e immediato potere. Intanto, a livello nazionale, qualcosa inizia a muoversi in questa direzione. Bisogna continuare a lavorare e ad avere pazienza.
Purtroppo, al ballottaggio di domenica prossima sono arrivate le esponenti dei due soliti caravanserragli: l’uscente sindaca monca della parte moderata, rappresentata dai Liberali Piacentini e dalle forze del Terzo Polo; la candidata del Pd monca della sua ala sinistra (non è solo la Buona Destra a mettere sul banco di accusa il bipolarismo, evidentemente!).La Buona Destra conferma il suo giudizio fortemente negativo su Patrizia Barbieri (che ormai, pur di vincere, accetta senza fare una piega l’appoggio di un candidato dichiaratamente No green pass!), ma allo stesso tempo nutre dei dubbi sulla discontinuità interpretata dalle forze che sostengono Katia Tarasconi. Quindi, la Buona Destra non fornirà indicazioni di voto. Salva ogni autonoma e differente decisione che stasera i Liberali Piacentini assumeranno nella riunione riservata ai soli iscritti all’associazione.
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