“La prima cosa che farei da sindaco per ridare fiducia al tessuto sociale della città? Prima di tutto invitare i cittadini a osservare, non solo guardare, la persiana del vicino anziano, perché se è chiusa può celare solitudine o drammi ancora più pesanti”. Così il candidato sindaco di Alternativa per Piacenza Stefano Cugini ha aperto il suo intervento al confronto con gli altri candidati organizzato dal Movimento Cristiano Lavoratori di Piacenza.
“La pandemia ci ha costretti a osservare un fenomeno sempre più presente: l’individualismo spinto e la mancanza di empatia verso il prossimo, spesso visto come pericolo potenziale. Nel nostro programma questo aspetto viene declinato nel capitolo Città Amica, in cui proponiamo di ridare vita ai quartieri e a un vicinato solidale diffuso”.
A proposito di categorie di cittadini a cui indirizzare investimenti e attenzione in tema di sussidiarietà, Cugini ha risposto “la nostra proposta é inclusiva, proattiva e generativa per rendere residuale l’assistenzialismo. Hannah Arendt scriveva “siamo fatti per cominciare” ed é questo che deve fare un Comune che punta sulla sussidiarietà, dare l’abbrivio, sostenere l’agire collettivo per una comunità coesa e tesa al bene diffuso”.
Nella “Fratelli Tutti” Papa Francesco ricorda che «una società umana e fraterna è in grado di adoperarsi per assicurare in modo efficiente e stabile che tutti siano accompagnati nel percorso della vita, non solo per provvedere ai bisogni primari, ma perché possano dare il meglio di sé».
“Per rispondere a questa sollecitazione ricorro, a mia volta, alle parole del Santo Padre che ha pronunciato ai sindaci di ANCI “Paternità o maternità. Il servizio al bene comune è una forma alta di carità, paragonabile a quello dei genitori in una famiglia. Anche in una città, a situazioni differenti si deve rispondere con attenzioni diversificate; perciò la paternità – o maternità – si attua anzitutto attraverso l’ascolto. Il sindaco o la sindaca sa ascoltare. Non temete di “perdere tempo” ascoltando le persone e i loro problemi! E con l’ascolto non deve mancare il coraggio dell’immaginazione. A volte ci si illude che per risolvere i problemi bastino finanziamenti adeguati. Non è vero, in realtà, occorre anche un progetto di convivenza civile e di cittadinanza: occorre investire in bellezza laddove c’è più degrado, in educazione laddove regna il disagio sociale, in luoghi di aggregazione sociale laddove si vedono reazioni violente, in formazione alla legalità laddove domina la corruzione. Saper sognare una città migliore e condividere il sogno con gli altri amministratori del territorio, con gli eletti nel consiglio comunale e con tutti i cittadini di buona volontà è un indice di cura sociale”
Ecco – ha concluso Cugini – credo che queste parole riassumano al meglio l’essenza che deve guidare un buon amministratore: ascolto e coraggio dell’immaginazione”. É il tempo di confrontarci sulle visioni del mondo per vedere se possono coincidere. Il “giurin giurella” su quel che si farà una volta eletti, puntando a dirne una in più degli avversari, é un esercizio fine a se stesso. Citando De Gasperi, “in campagna elettorale un buon politico promette sempre un po’ meno di quel che sa potrà realizzare”.
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