La tecnologia al servizio della cultura: al Carmine torna a vivere “Medicina”, l’opera proibita di Klimt andata distrutta – AUDIO e FOTO

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Ieri, giovedì 26 maggio alle 18, presso l’ex Chiesa del Carmine, è stato presentato al pubblico l’evento “Klimt. L’opera ricostruita”, un importante progetto di ricostruzione digitale attraverso il quale riprende vita una delle maggiori opere di Gustav Klimt, andata perduta per sempre: “Medicina”.

Spiega in proposito l’assessore alla Cultura e Turismo del Comune di Piacenza Jonathan Papamarenghi: “Con questa installazione di libera visione e quindi aperta a tutti gratuitamente, abbiamo voluto coniugare la mostra di Klimt alla restaurata ex chiesa del Carmine, con l’esposizione della riproduzione di un’opera dell’artista viennese, ricca di suggestioni e di intrighi, che coniuga due percorsi: da un lato l’attualità della riproducibilità delle opere d’arte e dall’altro la tutela del patrimonio artistico in epoca di guerra. Inoltre, l’installazione è un esempio di come le più avanzate tecniche digitali consentano di avvicinarci sempre di più alla fedele riproduzione di opere realizzate con media tradizionali”.

Sono intervenuti, nell’occasione l’assessore Papamarenghi, la presidente di Arthemisia Iole Siena e Dino Vannini, Head of Documentary and Factual Channels di Sky. A seguire, dopo l’inaugurazione dell’installazione klimtiana, l’Etoile Ballet Theatre ha presentato “L’Amour”, ovvero estratti delle coreografie di Ines Albertini e Walter Angelini dei balletti de “Il Grande Gatsby” e “Frankie and Johnny”. “Questa compagnia di balletto – afferma il coreografo Angelini – vanta un roster internazionale con 36 ballerini provenienti da Italia, Messico, Cuba, Stati Uniti, Canada, Portogallo, Scozia, Finlandia e Giappone”.

La storia di questo dipinto è particolarmente suggestiva. “Medicina” è infatti un’opera che rappresentava un flusso di corpi nudi, crudi e reali, logorati dalle malattie e impotenti contro l’inesorabile forza del tempo e il succedersi degli eventi dell’esistenza umana, dalla creazione alla dissoluzione della vita stessa. Per questo, nel 1901 venne considerata oscena. Rinvenuta dai nazisti negli ultimi giorni della seconda guerra mondiale nel maggio del 1945, insieme ad altri lavori di Klimt, l’opera era collocata nel castello di Immerdorf; per paura che i russi potessero mettere le mani su questo patrimonio culturale, i nazisti pianificarono e appiccarono un incendio che distrusse l’intero castello, compresa la preziosa collezione.

Settant’anni dopo, la squadra internazionale di esperti d’arte di Factum Arte ha riportato in vita “Medicina”. Le avanzate tecniche di analisi hanno permesso di confrontare le pennellate di Klimt con quelle degli autori del team di Factum Arte e di ritoccare digitalmente queste ultime, per avvicinarle il più possibile allo stile dell’artista viennese, cocnentrandosi poi nella riproduzione della firma di Klimt che viene incorporata nella versione finale, pronta per essere stampata e per passare al complicato processo di doratura.

“Klimt. L’opera ricostruita” si inserisce all’interno del progetto “Il mistero dei capolavori perduti”, la serie di Sky Arte realizzata da Ballandi che racconta la storia di sette celebri dipinti – datati tra il XVII secolo e gli anni Cinquanta – ad oggi tragicamente perduti, seguendone il processo di rimaterializzazione grazie alle tecnologie più avanzate.

L’ingresso è libero e sarà possibile visitare l’installazione tutti i giorni dalle 10 alle 18, orario di apertura dell’ex Carmine. Per l’inaugurazione, cui seguirà cocktail, è gradita la prenotazione entro giovedì 26 alle ore 10, scrivendo all’indirizzo u.cultura@comune.piacenza.it o telefonando allo 0523-492668 dalle 9 alle 13.

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