Festeggiato il 65simo anniversario della filiale di Bettola, una delle prime aperte in provincia dalla Banca di Piacenza

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La Banca di Piacenza ha festeggiato il 65° anniversario dell’apertura della Filiale di Bettola con una cerimonia alla quale hanno preso parte Amministrazione e Direzione dell’Istituto di credito (i presidenti Giuseppe Nenna e Corrado Sforza Fogliani, il direttore generale Angelo Antoniazzi, il vicedirettore generale Pietro Boselli), accolte dal direttore della Filiale Maria Antonietta Albertelli, da dipendenti e clienti, dai componenti del Comitato di credito Pietro Perani, Antonio Taffurelli, Adriano Speroni e dagli ex titolari della filiale, ora in pensione, Luigi Molinari, Giovanni Bosoni, Luigi Risposi, Luigi Pinazzi, Pierangelo Badenchini, Francesco Cordani. Tra i presenti, il sindaco Paolo Negri, il comandante della locale stazione dei Carabinieri Christian Rosafio, il comandante della stazione Guardie forestali Gianluca Mancinelli e il parroco don Angelo Sesenna, che ha impartito la benedizione dopo un momento di preghiera.

La filiale di Bettola è stata una delle prime ad essere state aperte in provincia, vent’anni dopo l’inizio dell’attività della Banca (1937). Peraltro, già la Banca Popolare Piacentina – progenitrice dell’Istituto di credito di via Mazzini – aveva sede nel centro valnurese dalla metà dell’Ottocento.

Il presidente del Cda Nenna ha evidenziato il buon andamento della Banca citando le prime risultanze 2021 «che vedono un utile netto in aumento di quasi il 30% (da 12 a 15,9 milioni di euro), come pure in crescita sono la raccolta (più 7,5%), gli impieghi (più 6,1%) e il numero di soci e clienti».

Il presidente esecutivo Sforza Fogliani dal canto suo ha sottolineato come «la guerra in corso ci proietti in uno scenario inedito, in cui diventa attuale preoccuparsi del fatto che tutte le grosse banche siano di proprietà di fondi speculativi esteri – statunitensi ed europei – così che, come per il gas, potremmo trovarci in situazioni che nessuno ha a suo tempo voluto tener presenti, nonostante da parte nostra si sia detto e scritto e che significativamente dice invece oggi anche Draghi».

«Le banche territoriali – ha continuato il presidente Sforza – sono invece le uniche totalmente italiane, totalmente indipendenti e totalmente di aiuto al territorio perché riempiono la desertificazione che si crea, oltre che nel sostegno al territorio stesso, nella erogazione del credito, con il ritiro delle grandi banche dai paesi e dai centri nei quali non vi è grande redditività».

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