Vaccini somministrati per finta e tamponi spacciati per positivi, denaro in cambio del green pass senza iniezione: arrestata infermiera. Baldino (Ausl): “Rabbia e amarezza” – AUDIO

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Vaccini erogati “per finta” e tamponi spacciati per positivi per permettere alle persone di ottenere il green pass senza dover passare per l’iniezione. Il tutto previo pagamento. Un’infermiera piacentina di circa 50 anni è stata arrestata dai carabinieri di Piacenza questa mattina. In sostanza, cittadini che non erano intenzionati a vaccinarsi si rivolgevano all’operatrice sanitaria piacentina per chiedere una “soluzione di comodo”. Le indagini sono partite dalla stessa Ausl: sono stati propri i colleghi della donna a intuire che qualcosa non andava.

“L’infermiera non agiva per ideologia o per convinzioni scientifiche, bensì per denaro”, spiegano gli inquirenti, Grazia Pradella, Procuratore Capo, e Daniela Di Girolamo, Sostituto Procuratore. Da qui l’accusa di corruzione, falso e rilascio di certificazioni verdi Covid-19 in cambio di denaro e in assenza dei presupposti di legge.

Tutto è iniziato circa un mese fa quando l’infermiera ha iniziato ad assumere atteggiamenti sospetti. All’hub vaccinale si presentavano gruppi di persone che chiedevano di poter essere vaccinati da quella operatrice nello specifico, oppure era lei stessa a dire: “Sono riuscita a convincere un gruppo di no vax a vaccinarsi, però vogliono che sia io a farlo perché si fidano solo di me”. Una situazione strana, troppo strana, che ha convinto i colleghi della donna a segnalare questa anomalia. In circa un mese i carabinieri sono riusciti a ricostruire il tutto. Una collega dell’infermiera (anche lei arrestata e attualmente agli arresti domiciliari) trovava persone intenzionate a non vaccinarsi e le metteva in contatto con l’amica. Quest’ultima previo pagamento faceva in modo di accogliere quei clienti nella cabina dov’era di turno e lì, con l’aiuto di un complice che faceva da schermo, fingeva di iniettare il vaccino. Notando questi strani comportamenti, l’Ausl ha provveduto ad allontanare l’operatrice dall’hub.

Quest’ultima, però, è riuscita ad approdare in una farmacia della provincia e a quel punto il business si è modificato. Non più finti vaccini ma tamponi fintamente positivi in modo che il cliente potesse ottenere il green pass per avvenuta guarigione. Le indagini sono ancora in corso, per ora sono emersi 23 clienti e anche loro potrebbero dover rispondere di corruzione in concorso. Ingenti le tariffe: 250 euro per il vaccino somministrato per finta e 500 euro per il tampone “positivo”.

Oltre ai dubbi dei colleghi, anche i casi di alcuni pazienti sono stati attenzionati dalle forze dell’ordine. In un caso, per esempio, no vax dichiarati sono risultati in possesso di green pass ottenuto chissà come. Uno dei clienti dell’infermiera, inoltre, rilasciò un’intervista a La7 dal reparto di terapia intensiva: l’uomo, malato di Covid, raccontava la sua storia di no vax pentito.

BALDINO: “TANTA RABBIA E AMAREZZA”

“Un paziente ha confidato a due operatori di avere un parente ricoverato per Covid, aggiunge che questo familiare risulta vaccinato anche se in realtà non è così. Questi due operatori hanno segnalato la cosa al direttore del proprio reparto e quest’ultimo lo ha segnalato a me. Io ho subito sporto denuncia”, spiega il direttore dell’Ausl, Luca Baldino, direttore generale dell’Ausl.

“Sforzandoci di vedere il lato positivo, il nostro sistema sanitario si è dimostrato in grado di intercettare gli elementi che non funzionano. Però nulla toglie che ci sia tanta rabbia, amarezza. Una persona che per soldi va a vanificare il lavoro che stiamo svolgendo da due anni”.

“Ovviamente provvederemo a sospendere l’infermiera in questione, vedremo se sarà possibile licenziarla o se sarà necessario attendere l’esito del processo”, commenta Baldino.

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