Baby gang e bullismo, la proposta della Lega alla Regione: “Progetti di prevenzione e contrasto, investimento da 300 mila euro”

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 La Regione, le cronache dei giornali e i dati di ricerca ripropongono in maniera drammatica l’incremento dei comportamenti legati ai fenomeni baby-gang, bullismo e cyberbullismo tra i giovanissimi, fenomeno aggravatosi anche a causa dell’attuale emergenza pandemica. 

Una situazione divenuta allarmante, per contrastare la quale il gruppo Lega Emilia- Romagna ha presentato oggi, nel corso di una conferenza stampa in Regione, il Progetto di Legge “Disciplina degli interventi regionali in materia di prevenzione e contrasto al fenomeno del bullismo e del cyberbullismo”, atto di indirizzo che consta di 8 articoli. 

“Questa proposta di indirizzo – spiega la relatrice del Progetto di Legge Valentina Stragliati – intende sollecitare la Giunta regionale ad affrontare il problema una volta per tutte, valutandolo in tutta la sua complessità per trovare risposte attuali e concrete a un fenomeno divenuto ormai intollerabile per la frequenza con la quale si sta riproponendo. Chiediamo pertanto alla Regione di destinare, tanto per iniziare, una copertura finanziaria pari a 300mila euro per la promozione di iniziative e progettualità destinate a prevenire e contrastare i fenomeni di bullismo e cyberbullismo tra i minorenni emiliano-romagnoli, nonché per la realizzazione di progetti per la presa in carico delle vittime e dei precorsi riabilitativi destinati agli autori”. 

Secondo i risultati statistici contenuti all’interno di un report diffuso dall’Istat nel dicembre del 2015, più del 50% degli intervistati 11-17enni riferisce di essere rimasto vittima, nei 12 mesi precedenti l’intervista, di un qualche episodio offensivo, non rispettoso e/o violento. Una percentuale significativa, quasi uno su cinque (19,8%), dichiara di aver subito azioni tipiche di bullismo una o più volte al mese. In circa la metà di questi casi (9,1%), si tratta di una ripetizione degli atti decisamente asfissiante, una o più volte a settimana. Le ragazze presentano una percentuale di vittimizzazione superiore rispetto ai ragazzi. Oltre il 55% delle giovani 11-17enni è stata oggetto di prepotenze qualche volta nell’anno mentre per il 20,9% le vessazioni hanno avuto almeno una cadenza mensile (contro, rispettivamente, il 49,9% e il 18,8% dei loro coetanei maschi). Il 9,9% delle ragazze subisce atti di bullismo una o più volte a settimana, contro l’8,5% dei maschi. 

La percentuale di soggetti che ha subito prepotenze una o più volte al mese diminuisce al crescere dell’età passando dal 22,5% fra gli 11 e i 13 anni al 17,9% fra i 14 e i 17 anni. 

Secondo i dati pubblicati dalla società italiana di pediatria preventiva e sociale del 2020 oltre il 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni ha subito episodi di bullismo e tra chi utilizza quotidianamente (85,8%) il cellulare ben il 22,2% riferisce di essere stato vittima di cyberbullismo. 

Dai risultati di una ricerca effettuata dall’Associazione Di.Te., assieme a Skuola.net e all’Università Politecnica delle Marche, in occasione della IV Giornata sulle Dipendenze Tecnologiche emerge inoltre che il 77% – di più di 3mila studenti tra gli 11 e i 19 anni – vorrebbe approfondire l’educazione digitale. Perché i rischi sono dietro l’angolo. E con la Dad i bulli hanno anche più occasioni: 2 intervistati su 5, ad esempio, hanno assistito a prese in giro nei confronti degli insegnanti; 1 su 5 verso altri compagni. 

Inoltre, da un’indagine condotta dall’Associazione Nazionale Dipendenze tecnologiche, GAP e cyberbullismo – in collaborazione con il portale Skuola.net e con VRAI (Vision, Robotics and Artificial Intelligence – Dipartimento di Ingegneria Informatica dell’Università Politecnica delle Marche) – su un campione di 3.115 studenti di età compresa tra gli 11 e 19 anni, in occasione della IV Giornata Nazionale sulle dipendenze tecnologiche, GAP e Cyberbullismo di sabato 28 novembre 2020, emerge come siano gli studenti a richiedere l’attivazione di progetti di educazione digitale a scuola. 

Al 77% degli intervistati, infatti, piace l’idea di poter studiare e conoscere sempre meglio la complessità di questa materia. Oltre il 60% vorrebbe un’App che consenta di capire se sta usando lo smartphone nel modo corretto. 

“Il bullismo è una piaga sociale che va arginata e combattuta con tutte le risorse a disposizione. Nell’ultimo anno troppe volte le cronache locali ci hanno raccontato le efferatezze messe in atto da baby-gang che seminano il terrore nelle nostre città. La Lega è da sempre accanto ai cittadini nel contrasto a ogni forma di violenza e sensibile ai temi della sicurezza, del bullismo e del cyberbullismo e ha predisposto un piano di azioni concrete per debellare questo odioso fenomeno” ha concluso il capogruppo della Lega Er, Matteo Rancan. 

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