Domenico Cuda, direttore di Otorinolaringoiatria all’ospedale di Piacenza, è il nuovo presidente della Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia cervico facciale (SIO e ChCF), massima espressione dei professionisti del settore in Italia. Il primario ricoprirà il prestigioso incarico fino a maggio 2022. Cuda, a Piacenza dal 2003, era già stato presidente degli otorinolaringoiatri ospedalieri italiani (AOOI) dal 2014 al 2015. Il reparto piacentino, proprio dal momento del suo arrivo, è un punto di eccellenza nazionale soprattutto nell’ambito della bionica uditiva (inserimento di protesi cocleari per combattere la sordità).
Due parole su questa elezione, dottore.
“Beh, sono orgoglioso, è un grande onore ricoprire questo ruolo. La SIO è una società antica e prestigiosa, il prossimo anno spegnerà centotrenta candeline”.
Quali le novità del suo mandato?
“Ci siamo già messi al lavoro per continuare l’opera di ristrutturazione e ammodernamento dell’assetto societario già avviata negli scorsi anni. La volontà è quella di ampliare il ventaglio di servizi offerti al socio, in termini di offerta formativa, rivista scientifica e prodotti assicurativi, per esempio. Senza dimenticare il lavoro che si snoda su vari tavoli, sia istituzionali sia non istituzionali, come Ministeri della Salute e dell’Università e ISS per l’implementazione di linee-guida e per una migliore definizione degli ambiti formativi e assistenziali della nostra specialità a rischio di ‘erosione’ da parte di discipline di confine oltre che oggetto di scarsa conoscenza da parte della popolazione. Ad esempio, i pazienti con una neoformazione del collo spesso affrontano un calvario prima di giungere allo specialista più appropriato rappresentato dall’otorinolaringoiatra. Per tali ragioni in molti ambiti sia italiani sia europei come la UEMS ci stiamo battendo per il riconoscimento della nostra specialità come otorinolaringoiatria e chirurgia testa-collo come avviene oramai da molti anni nel mondo anglosassone”.
Con quale obiettivi?
“Difendere le prerogative della nostra professione, valorizzarla e illuminare aree scarsamente presidiate in passato”.
Un obiettivo ambizioso.
“Giusto che lo sia, il patrimonio professionale dell’Otorinolaringoiatria italiana è notevole: da nord a sud, dagli ospedali alle università, alle strutture ambulatoriali. Occorre anche ricordare che da quest’anno la componente ambulatoriale libero professionale ha un ruolo istituzionale, con un proprio delegato eletto inserito all’interno del direttivo SIO”.
Come si inscrive tutto questo all’interno della realtà del nostro Paese?
“L’Italia vanta diverse eccellenze. I nostri professionisti, in tutte le sottospecialità della nostra disciplina, godono di grande stima all’estero. Forse in nessun altro Paese del mondo l’otorinolaringoiatria ha saputo gestire e interpretare al meglio gli elementi di innovazione da un punto di vista chirurgico, diagnostico, riabilitativo e protesico”.
Quindi quale potrebbe essere la sua sfida definitiva da neopresidente?
“Rendere la nostra società più adeguata al patrimonio professionale ricco e vario che la compone e la sostiene, in modo che ciascun socio possa rappresentarla al meglio e dirsi ‘orgoglioso di essere SIO’ ”.
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