Domenica 8 agosto 2021 alle ore 11,00, nella ricorrenza della liberazione nel 1944 di Gropparello dal giogo nazifascista, sarà inaugurata la posa della lapide commemorativa di don Giuseppe Borea, parroco di Obolo, testimone della fede cristiana e dell’idea di libertà, Medaglia d’Argento al
V. M., fucilato al muro del Cimitero di Piacenza il 9 febbraio 1945.
La cerimonia si terrà davanti alla facciata del Municipio di Gropparello alla presenza del Sindaco e di Autorità.
La figura di don Giuseppe Borea riveste un alto valore storico e civile per l’attività svolta come parroco di Obolo (Comune di Gropparello) dal 1937; pur nel rivolgersi pienamente all’attività pastorale secondo i principi evangelici, già nel 1942 fu denunciato al Tribunale Speciale per sovversione e propaganda antifascista e si sottrasse all’arresto appena dopo la caduta di Mussolini.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 divenne cappellano della Divisione Val d’Arda, quando cominciarono a formarsi i raggruppamenti partigiani e si riferiva costantemente al comandante Giuseppe Prati.
I cappellani dei partigiani erano stati voluti dalla Curia Vescovile e affidati al coordinamento di mons. Ugo Civardi; essi dovevano dedicarsi all’assistenza religiosa dei combattenti partigiani, difendere i deboli, salvare vite umane in caso di rappresaglie, curare i feriti, impegnarsi nello scambio di prigionieri e aiutare i fuggiaschi anche sempre con le risorse della canonica.
Don Giuseppe Borea, con il nome di battaglia di Pius, svolse in modo eroico questi compiti, costantemente guidato dai valori cristiani e attento ai bisogni sociali della sua comunità e dei contingenti partigiani, non piegandosi mai alle imposizioni del regime; un parroco in continua trasferta tra i giovani combattenti. Fu arrestato nel luglio 1944, ma riuscì a scappare e tornare al suo ruolo in Val D’Arda. Fece anche assistenza ai feriti dell’ospedale di Bramaiano di Bettola e si adoperò per dare una prima sepoltura ai 33 partigiani caduti nell’Imboscata del Passo dei Guselli, come aveva fatto con i quattro giovani uccisi a S. Franca nel giugno precedente.
Alla fine di gennaio 1945 il parroco fu arrestato nella trattoria di Prato Barbieri in seguito a una spiata. Le accuse erano fantasiose e infamanti quanto vilmente pretestuose. Furono ignorati gli inviti del Vicario della Curia a ben ponderare e gli furono negati i suoi stessi avvocati difensori; la sentenza di condanna alla fucilazione emessa il giorno 7 febbraio, prestabilita per colpire in modo esemplare l’azione del clero e dei cattolici dissidenti dal regime, fu eseguita il 9 febbraio al muro del Cimitero di Piacenza; don Borea si espresse per perdonare gli esecutori e concluse con un pronunciamento di fede e patriottico. Fu gettato in una fossa comune per impedire traccia di ricordo e ossequio e dopo la liberazione fu inumato nella cappella della Casa del clero del Cimitero.
Presso la chiesa di Obolo fu posta subito dopo una lapide così composta, che riassume il sacrificio:
Vittima del nefando odio di parte / qui riposa in Cristo il cappellano patriota /
don GIUSEPPE BOREA / d’anni 34 / vilipeso e barbaramente trucidato il 9 febbraio 1945 / benemerito per opere civiche per zelo apostolico / per l’assistenza tributata
con ogni sacrificio / agl’Italiani in armi per la libertà della Patria /
forte e sereno immolava / la fiorente giovinezza / abbracciando nel perdono cristiano / gli stessi carnefici / I Famigliari dolenti Q. R. P.
Il Comune di Gropparello ha inteso onorare nel 75° anno della scomparsa nei tempi ritardati imposti dalla pandemia in atto, questa luminosa figura che rappresenta il mondo cattolico, il clero e la popolazione tutta che lottarono, anche in modo anonimo ma collettivo, per la liberazione dell’Italia dal nazifascismo e dalla catastrofe mondiale della guerra, per un’Italia nuova e democratica, in cui oggi possiamo pacificamente vivere ricordando quegli alti ideali.
La lapide dedicata al concittadino don Giuseppe Borea sarà di decoro alla facciata del Municipio di Gropparello, saldo riferimento della collettività, insieme alle tre già presenti poste in omaggio ai caduti per la libertà, affinchè negli attuali difficili momenti emergano i principi costituzionali, che si fondano sugli alti ideali di libertà, giustizia, pace e fratellanza.
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