“Pensare a introdurre l’obbligo di esibire il Green Pass per accedere a bar e ristoranti significa una sola cosa: gettare sulle spalle di esercenti e ristoratori l’ennesimo balzello in termini di spesa e di responsabilità. Mi chiedo a che titolo potremmo obbligare un cliente a mostrare un documento coperto da privacy e cosa potremmo fare se la persona si rifiutasse di farlo, non essendo di certo noi pubblici ufficiali”. La presa di posizione arriva da Cristian Lertora presidente della FIPE – Piacenza Confcommercio Imprese per l’Italia, la categoria economica che riunisce i titolari di pubblici esercizi aderente ad Unione Commercianti Piacenza.
La discussione sull’impiego del “certificato verde” è in questi giorni oggetto di scambi di opinioni febbrili tra forze politiche e comunità scientifica in merito all’opportunità di seguire il “modello francese” anche in Italia e consentire l’ingresso in bar e ristoranti solo a chi abbia completato il percorso vaccinale. L’argomento sarà affrontato nei prossimi giorni, con una cabina di regia che potrebbe essere convocata da Mario Draghi a inizio settimana, ma non sono mancate in questi giorni prese di posizione eterogenee da parte di vari esponenti del governo e dell’opposizione. Il tema del certificato verde si intreccia peraltro con quello dei parametri per assegnare i colori alle Regioni, tema tornato tristemente d’attualità per via della risalita dei contagi da variante Delta.
Niente è quindi ancora ufficialmente stabilito ma la possibilità di un ulteriore onere scaricato sui pubblici esercizi induce Lertora a parlare di una scelta discriminatoria: “A oggi non risulta un solo caso di un focolaio partito da un ristorante o da un bar. Al contrario, ne risultano numerosi innescati da eventi pubblici di massa privi dei tanto declamati controlli. Questo prova, per l’ennesima volta, come i pubblici esercizi dove vige il rispetto delle regole siano luoghi sicuri. Quindi perché andare a penalizzare ancora una volta gli onesti? – chiede provocatoriamente Lertora -. Abbiamo distanziato i tavoli, contingentato gli accessi, collocato il gel agli ingressi, controlliamo il corretto uso della mascherina all’interno dei locali e spendiamo di tasca nostra migliaia di euro per le bonifiche dei locali. Ora, come se non bastasse tutto questo, dovremmo anche metterci a fare i vigilantes? Si controllino piuttosto le attività abusive e i soliti furbetti. Noi la nostra parte l’abbiamo sempre fatta, con onestà e pagando di tasca nostra”.
Sulla stessa lunghezza d’onda è anche Raffaele Chiappa, presidente di Confcommercio Piacenza: “Dall’inizio di questa pandemia non ci siamo mai tirati indietro a ogni obbligo impostoci per la tutela della salute della nostra clientela. Questa annunciata misura ci appare però al di fuori di ogni logica, discriminatoria e penalizzante. Auspichiamo che rimanga sulla carta e che siano ben altre le mosse del governo per archiviare definitivamente l’emergenza Covid”.
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