Il procedimento per la demolizione dell’ex mercato ortofrutticolo comunale di Via Colombo ha avuto inizio nei giorni scorsi. Dopo la demolizione, l’area è destinata a diventare parcheggio (opera di urbanizzazione primaria) a servizio dell’insediamento terziario/commerciale, comprendente una megastruttura commerciale di complessivi 19.500 mq di superficie di vendita, prevista nell’ex consorzio agrario dal Piano Urbanistico Attuativo Mulini degli orti, nell’ambito dell’accordo Comune – Terre Padane stipulato il 30 aprile scorso.
“Con una petizione-diffida abbiamo segnalato il 3 giugno scorso al Comune, e a tutti gli Enti preposti al controllo degli atti pubblici, che questo procedimento, iniziato nel 2016, è in contrasto, sotto vari profili, con le norme di legge, ma l’Amministrazione Comunale è, evidentemente, di diverso avviso: non ci ha risposto e prosegue nell’attuazione dell’accordo”. Così Stefano Benedetti, a capo del comitato che si batte contro il progetto.
“L’irregolarità del procedimento non è il solo né il principale motivo per cui ci opponiamo a questo progetto. Come cittadini e associazioni stiamo cercando di richiamare l’attenzione delle istituzioni e dei piacentini sul fatto che la nuova struttura commerciale è una minaccia per la sopravvivenza delle ultime attività commerciali a conduzione familiare ancora esistenti in Via Roma e dintorni, e che le opere collaterali di viabilità, parcheggi e nuovo piazzale delle corriere, peggioreranno gravemente la con-gestione del traffico di tutta l’area urbana attraversata da Via Colombo, Via Primogenita, Viale S.Ambrogio. Tutto ciò non contribuirà a migliorare la situazione di degrado e di abbandono della zona”.
“Il processo di edificazione ex novo o mediante demolizioni e ricostruzioni (la rigenerazione urbana) per usi residenziali e nuovi centri commerciali è inarrestabile e cresce, da oltre 20 anni, in contrasto con i fabbisogni della città, dal momento che la popolazione di Piacenza secondo le proiezioni ISTAT resterà stabile almeno fino al 2035, e che ci sono molte migliaia di abitazioni non occupate (nel set-tembre 2013 erano 8.623, di cui più della metà nel centro storico)”.
“Il processo di sfruttamento del territorio per ricavare dalle aree urbane ed extraurbane la ricchezza massima possibile, avviene a discapito dell’interesse generale, anche in spregio alle leggi, e con danni irreparabili per Piacenza e per il suo territorio comunale e provinciale”.
“Questo assalto al territorio è una vera e propria dichiarazione di guerra nei confronti di tutti i normali cittadini, che non solo non partecipano alla divisione degli enormi benefici economici, di milioni di euro, prodotti dalle operazioni immobiliari/edilizie, ma non sono ascoltati e ne subiranno gli effetti negativi per i prossimi decenni”.
“Per questi motivi stiamo formando un Comitato Civico per la costituzione di un Fondo per l’Ambiente e il Territorio che raccoglierà i contributi economici dei cittadini, comitati e associazioni che vorran-no cooperare concretamente alla difesa dei diritti e della qualità della vita di tutti. Scopo del Fondo è quello di intraprendere una serie di azioni legali per la difesa dei beni comuni della città, dell’ambiente e del territorio, dato che la voce della cittadinanza non è rappresentata nelle sedi delle decisioni o resta inascoltata”.
“Inoltre presenteremo le nostre proposte per uno sviluppo urbanistico equilibrato di Piacenza, in alternativa alla crescita edilizia senza limiti, alla privatizzazione dei beni demaniali, alla distruzione o al danneggiamento irreparabile di beni culturali e naturali tutelati, alle grandi opere inutili per dimostra-re che il modello di sviluppo in atto non è né l’unico né il migliore possibile. Di tutto ciò daremo un annuncio e un’illustrazione pubblica quanto prima”.
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