La proposta di Arcigay alla Diocesi: “Un confronto pubblico sul tema della sessualità”

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Riceviamo e pubblichiamo la nota di Arcigay.

La lettera di Arcigay

Il 28 giugno 1969, a New York, un gruppo di persone gay e trans scesero in strada dopo l’ennesima irruzione da parte della polizia nel locale Stonewall Inn, con annessi pestaggi, violenze, arresti e insulti. Stanchi delle discriminazioni fisiche, delle induzioni al suicidio, degli arresti e dell’emarginazione sociale, iniziarono simbolicamente un movimento di protesta e liberazione che, nel corso dei decenni successivi, ha preso il nome di “Pride Month” (mese dell’orgoglio). In questo mese e per tutta l’estate, si sono iniziati ad organizzare, in sempre più città, manifestazioni pacifiche e colorate per ricordare l’evento di New York e per portare avanti la lotta contro le discriminazioni e la richiesta di pari diritti civili.

Caro Direttore, cosa c’entra tutto questo con Piacenza nel 2021?

Lo provo a spiegare per punti in poche righe.

  • In primis le discriminazioni sono tutt’altro che cessate. La violenza fisica e soprattutto verbale nei confronti delle persone LGBTI (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali, Intersessuali) gli insulti, la non accettazione da parte della società e della propria famiglia sono ancora diffuse.
  • C’è una diffusa ignoranza sul tema della sessualità. E questo è grave, lo dico come medico prima di tutto, oltre che da attivista. Andrebbe quindi detto chiaramente e insegnato nelle scuole ciò che ormai tutta la comunità scientifica internazionale ha assunto in tema di normale variabilità dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale; andrebbe insegnata la tolleranza e l’apertura; andrebbe insegnata cos’è l’affettività, il rispetto, le tipologie di atto sessuale, i rischi delle infezioni sessualmente trasmissibili e come prevenirli.
  • Riscontriamo ancora chi, nelle istituzioni politiche e anche in parte della Chiesa cattolica, vorrebbe dire a noi quali diritti possiamo richiedere e quali no, come dovremmo comportarci e come no. Non siamo un’entità da recintare, paghiamo le tasse quanto tutti gli altri, chiediamo gli stessi diritti e la stessa libertà di vivere la nostra vita (e non diciamo a nessun altro come dovrebbe vivere la sua). A tal proposito, non siamo né una corporazione né una lobby perché non difendiamo alcun privilegio acquisito, ci battiamo semplicemente per le nostre vite.
  • Manca, da parte di molte persone, la cultura che ogni comunità, anche quella piacentina, è bella e cresce prospera se si accudiscono tutte le diversità al proprio interno, facendone tesoro. Siamo tutti differenti, ma uguali. Questo dovrebbe essere il messaggio. Siamo piacentini, oltre che gay, ecco.

A tutti i ragazzi e le ragazze adolescenti che stanno leggendo e che magari si stanno facendo domande sulla propria identità o orientamento sessuale dico: coraggio! Non siete sbagliati, andate bene così come siete! E ci sono persone che vi amano e accolgono.

Non pensa che sia giunto il momento di un incontro pubblico sul tema della sessualità tra noi ed esponenti della Diocesi di Piacenza-Bobbio? Incontriamoci e parliamo di sesso, genere, identità di genere, orientamento sessuale ed educazione sessuale nelle scuole. Confrontiamoci, sono sicuro che dopo aver spiegato alcuni concetti, la distanza delle posizioni possa accorciarsi notevolmente.

Chi accoglie l’invito?

Dr. Davide Bastoni

Presidente di Arcigay Piacenza Lambda

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