Presentati i restauri dell’area archeologica di via Trebbiola, che sarà oggetto di visite guidate – a cura della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Parma e Piacenza – nel corso del fine settimana. A illustrare i dettagli riguardanti i reperti storici rinvenuti e le opere di scavo e riqualificazione, sono intervenuti questa mattina l’assessore alla Cultura Jonathan Papamarenghi, la direttrice dei Musei Civici di Palazzo Farnese Antonella Gigli; il funzionario archeologo Marco Podini della Sovrintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Parma e Piacenza; l’architetto progettista Adnan Hijazin dello Studio HB, l’archeologa Giovanna Cremona; la restauratrice Arianna Rastelli della ditta Restauro snc di Arianna Rastelli e Roberta Ferrari e l’architetto Augusto Bisotti in rappresentanza dell’azienda esecutrice dei lavori.
Per quanto riguarda le visite guidate gratuite nel week end, la Sovrintendenza organizza quelle di domani, sabato 19 e domenica 20 alle ore 11, mentre nell’ambito del Piacenza Romana Tour sarà possibile visitare l’area archeologica oggi, venerdì 18 alle ore 16.30 e, domani sabato e domenica alle 11 e alle 16.30.
La scoperta e gli scavi
Fra l’estate e l’autunno del 1990, sono iniziati i lavori di costruzione di questo condominio, in una zona precedentemente occupata da capannoni industriali abbandonati e fiancheggiata dalla chiesa di San Lorenzo. Durante gli scavi condotti per la realizzazione dell’autorimessa sono state effettuate importanti scoperte archeologiche.
Il contesto archeologico
Fra le evidenze più significative, si segnala un’area produttiva testimoniata dalla presenza di fosse per il prelievo dell’argilla e di una fornace di epoca romano-repubblicana. Più a sud-est, sono emersi due tratti di mura paralleli fra loro, uno più antico, posto a ovest e databile al III sec. d.C., l’altro più recente e riferibile alla fine del V-inizi del VI sec. d.C. Conclude il complesso archeologico un brano della città tardo-rinascimentale: un ampio cortile pavimentato in cotto, resecato dalle scuderie di Palazzo Madama. Le indagini effettuate restituiscono il quadro di una città in trasformazione che, mutando e rinnovandosi nel tempo, attraversa diverse fasi di vita, che vanno dal II sec. a.C. all’età moderna.
LE FORNACI ROMANE DI PIACENZA
Piacenza, città a vocazione produttiva
Piacenza, città di fondazione romana, sorse come avamposto militare a presidio di un passaggio
obbligato sul guado del Po. Grazie a questa posizione geografica, la città divenne uno snodo fondamentale nelle rotte commerciali del sistema viario dell’Italia settentrionale, all’incrocio tra le vie Aemilia e Postumia.
La presenza del Po e certamente anche di un porto fluviale, oltre che per i commerci, fu utile per lo sviluppo delle produzioni di manufatti a base di argilla, che potevano avvalersi di ingenti depositi alluvionali. Con lo sviluppo dell’economia e l’espansione urbana, aumentò la richiesta di manufatti ceramici e di laterizi per l’edilizia. Nel corso dell’età repubblicana, si moltiplicarono quindi le fornaci per la creazione di questi prodotti, contribuendo alla nascita di veri e propri quartieri a carattere “industriale”. La realizzazione delle mura in mattoni, in occasione della seconda fondazione della città nel 190 a.C., documenta l’antichità delle produzioni in terracotta.
Le fornaci a Piacenza
A questo ambito produttivo si possono ricondurre la fornace di via Trebbiola e quella rinvenuta presso Palazzo Farnese, anche questa conservata e visibile in situ all’interno dei Musei Civici. Entrambe, insieme a quelle solo indiziate di Piazza Sant’Antonino e Scuola Mazzini, erano ubicate ai margini dell’impianto urbano.
In area periurbana si svilupparono le officine di via Giordani, Via Giuseppe Verdi e Via La Primogenita; più all’esterno, in area Le Mose, sorsero le fornaci di Viale dell’Artigianato e di Via Coppalati. Questi impianti rispondevano all’esigenza di una produzione intensiva, rivolta alla realizzazione di ceramica comune, lucerne, laterizi ed embrici, ma anche tutte le forme utilizzabili in edilizia, rispondendo probabilmente tanto al fabbisogno cittadino quanto alla domanda esterna.
Le fornaci del territorio piacentino e veleiate
Anche nelle campagne e nella zona pedemontana nascono impianti annessi a ville e a edifici rustici, come dimostrano i rinvenimenti a Rottofreno, Pianello e Gazzola. Diverse fornaci e officine d’altura sono state scoperte anche in Val Nure, nel territorio pertinente a Veleia, come quella a pianta quadrangolare rinvenuta presso Bettola.
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