Il mese di Aprile 2021 si diversifica dal precedente presentando precipitazioni in grado di migliorare parzialmente il generale contesto del distretto del Fiume Po, risultato uno dei più aridi rilevati ad inizio di stagione primaverile; le piogge hanno ristorato le colture che avevano anticipato l’irrigazione di emergenza dal 1° Marzo per poter far fronte alla carenza e proseguire il loro percorso di maturazione e rimpinguato moderatamente le falde acquifere sotterranee.
Se si esaminano però attentamente le portate del Grande Fiume anche questo periodo registra una situazione non particolarmente rosea confermando quantità che si distanziano in negativo del 30% rispetto alla media del periodo. Ciò che fa presumere un progressivo miglior andamento è rappresentato dalle previsioni meteoclimatiche di variabilità per i prossimi giorni che potrebbero incrementare leggermente i livelli idrometrici.
Quello che invece non rassicura del tutto è il contestuale aumento delle temperature che, dopo i primi venti giorni di Aprile, tra i più freddi di sempre, potrebbe far impennare l’asticella delle condizioni termiche verso livelli di calore tali da causare evotraspirazione dei terreni e quindi limitare il contributo stesso portato dalle piogge.
Si segnala anche che l’attuale accumulo idrico nei grandi laghi regolati presenta volumi superiori alla media nel Lago Maggiore e nel Lago di Garda e inferiori nel Lago di Como, d’Iseo ed Idro. La disponibilità idrica nelle dighe montane vede ora gli invasi “scarichi” in attesa della fusione del manto nevoso, ancora abbondante sull’arco Alpino per un totale di capacità invasata pari al 20% delle generali potenzialità di accumulo. Infine si evidenzia come proprio le abbondanti quantità di neve caduta nel periodo invernale ed in parte anche in quello primaverile possono consentire, sulla parte centrale delle Alpi, di mantenere una buona riserva, mentre sulla catena Appenninica il contributo delle precipitazioni nevose va esaurendosi.
Particolare attenzione sarà dedicata agli equilibri idrici nei sottobacini che hanno mostrato anche negli ultimi anni una manifesta aridità quasi a carattere endemico: Val Trebbia (PC), area di Boretto (RE) – dove l’impianto idrovoro di prelievo è insabbiato – e alcune zone del Bolognese.
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