Omicidio di Elisa Pomarelli. Massimo Sebastiani era una personalità borderline, ma al momento di uccidere era capace di intendere e di volere. E’ in sostanza quanto emerge dalla perizia psichiatrica stilata dal perito Mario Montero, nominato dal tribunale di Piacenza.
In sostanza, all’epoca dei fatti, Sebastiani soffriva di “disadattamento psicosociale, una condizione stressante sia per la relazione non corrisposta sia per la situazione economica in cui versava”.
Allo stesso tempo però, il modo in cui Sebastiani ha gestito la propria fuga indica una certa lucidità: “I comportamenti precedenti e successivi all’omicidio non sono indicativi di una disorganizzazione patologica e risultano compatibili con il fine di procurarsi un alibi e con l’attuazione di strategie volte ad evitare l’identificazione come autore del reato e la cattura”.
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