Nella pandemia da virus SarS- Covid19, la regione Emilia Romagna è stata subito in prima linea nel facilitare la comunicazione tra pazienti e familiari: già nel mese di marzo 2020 ha infatti messo a disposizione degli operatori e dell’utenza circa un centinaio di telefoni cellulari, a cui si sono aggiunti diversi tablet ricevuti in donazione, dapprima utilizzati solo per i ricoverati in ospedale o presso le strutture di cura in modo da mantenere gli scambi comunicativi con i propri familiari e poi successivamente, è stata estesa anche alle persone trattate nel post acuzie a domicilio o per i pazienti affetti da patologie croniche che prima della pandemia eseguivano normalmente trattamenti medico-sanitari a livello ambulatoriale.
Dal mese di aprile 2020 è stato attivato un progetto RER che ha distribuito telefoni e tablet ai professionisti che ne facevano richiesta presentando specifici progetti di utilizzo finalizzati alla videochiamata di sostegno psicologico, teleriabilitazione, monitoraggio di situazioni in contesti di disagio fisico e psichico.
La gestione aziendale del progetto Comunicazione RER è stata effettuata dalla Direzione Assistenziale, che è stata depositaria dei progetti, ha allocato i vari device e che ha raccolto i dati di utilizzo tenendo aggiornato il database regionale.
La RER ha monitorato da giugno a dicembre l’utilizzo dei device: i dati depongono per un forte utilizzo da parte di tanti servizi tra cui UONPIA, Unità Spinale di Villanova e la U.O. Org. Territoriale AUSL Piacenza dove, i professionisti, tra cui i logopedisti, hanno utilizzato questo mezzo per teleriabilitazione e teleconsulenza.
Giornata della logopedia
In Unità Spinale, Neuroriabilitazione e Medicina Intensiva Riabilitativa AUSL Pc, le gravi condizioni cliniche delle persone ricoverate non hanno permesso di sospendere i trattamenti logopedici neanche durante le fasi più dure e difficili dell’emergenza CoViD-19.
Il logopedista ha, infatti, un ruolo elettivo nella gestione interdisciplinare del paziente con problemi di deglutizione che compromettono funzioni vitali come l’alimentazione; si tratta quindi di una tipologia di attività inderogabili in strutture che ospitano persone che hanno avuto un ictus o altre patologie neurologiche acute. Tra le aree di intervento del logopedista troviamo, inoltre, la riabilitazione della comunicazione e del linguaggio, verbali e non verbali, così come il riorientamento spazio-temporale, in collaborazione con il neuropsicologo Emilia Bozzini. I trattamenti riabilitativi sono realizzabili solo attraverso una corretta comunicazione con il paziente, nel pieno rispetto delle diverse competenze all’interno dell’équipe.
Il ruolo dei familiari/caregiver è fondamentale per supportare emotivamente la persona con ictus in un momento di grande difficoltà, garantendo così una miglior efficacia dei trattamenti riabilitativi. Il coinvolgimento dei familiari nel percorso riabilitativo è possibile in questi mesi soltanto avvalendosi di colloqui in videochiamata. Questo rende possibile che il logopedista raccolga le informazioni necessarie a pianificare un intervento mirato e individualizzato e di effettuare l’addestramento del caregiver in vista del rientro a domicilio del paziente nel caso in cui fossero ancora presenti difficoltà nella deglutizione o nell’area comunicativo-linguistica.
La possibilità di comunicare puntualmente al familiare quali sono le difficoltà del paziente permette non solo di organizzare in modo più adeguato il rientro a domicilio e provvedere alle necessità della persona con disabilità, ma garantisce anche un sostengo al familiare stesso nell’affrontare la situazione nella sua complessità.
Inoltre quando il paziente non è di madre lingua italiana e non ha una conoscenza di base della nostra lingua, alla barriera linguistica si possono sommare le difficoltà comunicative causate dall’ictus. In questo caso le modalità di intervento a distanza prevedono videochiamate con i familiari che conoscono la lingua madre del paziente e possono aiutare il logopedista e il neuropsicologo a valutare se le abilità linguistiche e l’orientamento spazio-temporale sono adeguati.
“La teleriabilitazione è stato un buon sostituto per riprendere i contatti con le famiglie, che a loro volta si sono mostrate collaboranti e motivate a proseguire il percorso logopedico quando in presenza non era possibile.
Questo nuovo strumento ci ha fornito una misura nuova dei bambini, del loro ambiente e ci ha permesso di guidare il genitore nella relazione col minore e renderlo così protagonista attivo nella terapia logopedica.
Notevole è stato però lo sforzo di noi terapisti per reinventarci, grazie all’aggiornamento di articoli di letteratura scientifica e la preparazione di nuovo materiale”. Queste le riflessioni delle logopediste del Centro Ambulatoriale di Riabilitazione Scalabrini.
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