Anche a Piacenza approda il nuovo movimento Buona Destra. La presentazione è avvenuta questa mattina. Il comitato piacentino è il primo a nascere in regione, seguito da Parma e Bologna. I fondatori sono:
- Filippo Bobbi (referente): 48 anni, è nato e vive a Piacenza ed ha 3 figli. Lavora a Milano come dirigente nel settore ICT / Digital
- Giusy Càfari Panìco: scrittrice, poetessa, lavoratrice autonoma esperta in progetti culturali, 52 anni
- Maricarmen Chiesa: 46 anni. Sposata e madre di un figlio di 6 anni. Crede nel proprio impegno, politico e sociale, come la chiave giusta per raggiungere gli obiettivi comuni, in questo periodo di sconforto e di allontanamento dalla politica generale
- Pietro Dainesi: Piacentino, 49 anni
- Vittorio Tozzini: libero pensatore e lavoratore autonomo in comunicazione e pubblicità, 47 anni, babbo di 3 cani
- Pierfrancesco Bionda: 48 anni, 2 figli, nato e residente a Piacenza. Lavora come manager a Milano in un’azienda che opera sul mercato internazionale nel settore IT & Digital. Attivo in associazioni di volontariato.
- Marco Panizza: 35 anni, nato a Castel San Giovanni, vive a Piacenza, lavora in ospedale come Tecnico Manutentore Elettrico
- Michele Giardino (consigliere comunale): 53 anni, consigliere comunale di Piacenza, funzionario della Direzione regionale di Agenzia delle Entrate – Riscossione.
La nota
L’Italia è una grande nazione che invecchia, non cresce da decenni, non riesce a darsi una classe dirigente capace della visione liberale di cui ha bisogno: la risposta non può essere la demagogia dei sussidi indiscriminati, il populismo dello Stato o degli enti locali imprenditori o la deriva autarchica di un miope e sciagurato anti-europeismo.
La parabola discendente conosciuta dal nostro Paese ha raggiunto il suo termine e trova nell’incarico al Prof. Mario Draghi la migliore soluzione che si potesse augurare all’Italia, grazie alla saggezza del Presidente Mattarella.
In questo contesto di fiducia e animo unitario si presenta anche a Piacenza la Buona Destra, la nuova speranza di serietà e “normalità” ispirata al manifesto di Filippo Rossi, intellettuale, giornalista e scrittore, nonché, da mesi, fra i primi tre uomini politici più discussi su Facebook (come rilevato dalla stessa piattaforma social). Si capisce subito tutta l’ambizione che ha il nuovo partito d’essere popolare e concreto, e non un salotto culturale radical chic.
La Buona Destra è realismo politico: al cinismo, all’incoerenza e al trasformismo di chi strumentalizza l’ignoranza e la precarietà dei più deboli, risponde con la serietà e il pragmatismo della verità. È il ritorno alla misura e all’equilibrio delle parole e dei comportamenti, da opporre alle urla degli estremisti: la moderazione nel gestire le paure evocate dai sovranisti.
La Buona Destra è l’Italia che vuole cambiare, che sa cosa significhi cambiare, perché a problemi nuovi occorrono risposte nuove, ispirate a princìpi permanenti. E’ una destra che crede nell’Europa come unione di valori, opportunità e solidarietà, di cui la prova migliore è la risposta col Recovery Fund alla pandemia da CoVid e alla drammatica crisi che stiamo affrontando.
La Buona Destra non ha nostalgie del passato, giudica severamente il presente, lavora per costruire un futuro migliore. Perché la storia scorre e il suo fluire va interpretato, non subìto. Riconosce un rispetto sacro al Dovere, alla Patria, alla Libertà.
La Buona Destra è laica. Nel metodo e nella pratica dei valori che si affermano, la ragione dev’essere l’unico criterio con cui la politica riconosce e affronta ogni problema, perché la realtà è complessità, non semplificazione; è diversità, non omologazione.
La Buona Destra è costituzionale e repubblicana, rifiuta la demagogia irresponsabile e la propaganda del populismo, è democratica e ha una cultura dello Stato all’origine della propria identità. E’ una destra che s’identifica con l’Italia che lavora e non urla, che ragiona e vince le semplificazioni e le paure agitate dai sovranisti.
La Buona Destra nasce dalla consapevolezza della responsabilità che un’aristocrazia del merito e della cultura deve assumersi per guidare una comunità.
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