I finanzieri del Comando Provinciale di Piacenza hanno scoperto una pericolosa organizzazione criminale, ben strutturata, composta prevalentemente da cittadini di nazionalità straniera; banda dedita alla commissione di furti di prodotti hi-tech di valore destinati alla vendita. Li sottraevano da un centro di distribuzione del polo logistico sito nel comune di Castel San Giovanni (PC).
Una volta trafugata, la merce finiva direttamente nelle loro mani per fini personali oppure era destinata al mercato illecito transnazionale.
Operazione “Banda Bassotti”
Le indagini sono scattate a seguito di alcune denunce presentate dagli stessi responsabili della sicurezza del polo logistico. Questi dopo essersi accorti di alcuni ammanchi all’interno dei magazzini, si sono rivolti alla Guardia di Finanza segnalando tali anomalie.
Le investigazioni, coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica, Ornella Chicca, e condotte dal Nucleo Polizia Economico-Finanziaria, sono durate alcuni mesi. Hanno portato alla scoperta di un’ingegnosa metodologia escogitata dai saccheggiatori per far uscire dai magazzini il materiale rubato.
Il modus operandi
Per eludere il sistema di sicurezza approntato dall’azienda, gli indagati – tra addetti allo stoccaggio/confezionamento e corrieri – prelevavano i prodotti sistemati nei magazzini, li impacchettavano con cura e li occultavano nei controsoffitti dei servizi igienici ubicati negli spogliatoi del personale dipendente (sottratti a ogni tipologia di controllo).
Successivamente, servendosi di un cavo metallico, agganciavano il materiale trafugato facendolo scorrere sempre all’interno dei controsoffitti fino a recuperarlo, attraverso un apposito sfiatatoio, in un altro locale posto all’esterno della struttura, in attesa del momento propizio per agevolarne l’uscita.
Per realizzare i furti, ciascuno dei membri dell’organizzazione aveva compiti ben specifici sia all’interno che all’esterno dello stabilimento: da coloro che individuavano i beni da trafugare agli incaricati dell’asporto dai luoghi di stoccaggio; dai preposti al loro occultamento a quelli che fungevano da “palo” o vedetta per assicurare il buon esito dei furti.
Dagli addetti alla predisposizione delle “vie di passaggio” della refurtiva per le successive movimentazioni occulte verso l’esterno ai soggetti che provvedevano a recuperare i beni al di fuori della zona sorvegliata per allontanarsi rapidamente, facendo perdere le tracce.
Ulteriori vedette nascoste all’esterno dei magazzini controllavano l’area per favorire il trasporto dei beni rubati in luoghi sicuri ed alcuni esponenti della banda provvedevano a “piazzare” la merce vendendola attraverso paralleli canali illeciti.
Le indagini
In un paio di circostanze, 2 di questi soggetti sono finiti nella rete dei finanzieri che li hanno intercettati – simulando un posto di controllo – nelle immediate adiacenze del polo logistico mentre erano intenti ad allontanarsi con la refurtiva appena trafugata nei magazzini del sito e occultata all’interno delle proprie auto.
In entrambi i casi hanno rinvenuto e sequestrato articoli di elettronica, informatica, telefonia, fotocamere e audio hi-fi per un valore complessivo di circa 60.000,00 euro.
I successivi sviluppi investigativi hanno consentito di accertare che altri prodotti telefonici, dal valore di circa 40.000 euro, erano spariti dallo stabilimento di Castel San Giovanni per approdare al mercato illecito transnazionale. Questa merce era finita sotto sequestro in passate occasioni.
Al termine dell’attività è scattata la denuncia per 17 soggetti, dei quali 2 arrestati in flagranza di reato, prevalentemente di origine straniera, di cui 3 per associazione a delinquere finalizzata ai reati di furto aggravato, 13 per furto e ricettazione in concorso e 1 per incauto acquisto.
L’operazione testimonia l’impegno del Corpo a fronteggiare ogni forma di criminalità a tutela della legalità, dei cittadini onesti, imprese e professionisti rispettosi delle regole.
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