Giornata storica per Piacenza, oggi, sabato 28 novembre. Ritratto di Signora di Gustav Klimt è tornato ufficialmente alla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, dopo essere stato trafugato oltre 20 anni fa, nel 1997.
La riesposizione nel Salone d’Onore della Galleria, realizzata con un progetto ad hoc necessario ad ospitare una teca di sicurezza, è stata svelata nel corso di una presentazione virtuale “a distanza”, in diretta streaming.
Un regalo per tutta Piacenza
“Oggi, a quasi un anno dal suo ritrovamento, Ritratto di Signora torna finalmente in Galleria” dichiara Massimo Ferrari, Presidente della Galleria Ricci Oddi “A seguito della valutazione degli esperti che ne hanno confermato la corrispondenza con il quadro rubato nel 1997, il Consiglio d’Amministrazione ha lavorato con determinazione per ri-accogliere in Galleria l’opera nella prima data possibile dopo tutti i passaggi necessari a garantire la sicurezza e la futura visita a chi vorrà vederla. Il suo ritorno è prima di tutto un regalo per la città di Piacenza così provata dalla pandemia che sta colpendo il nostro Paese e il Mondo intero, ma ci permette di intraprendere questo percorso – PROGETTO KLIMT – da noi ideato per rilanciare e valorizzare tutta la Galleria grazie a un programma scientifico biennale che coinvolgerà le Istituzioni locali e nazionali, insieme ad autorevoli studiosi di caratura internazionale”.
Il rientro dell’opera rappresenta infatti l’avvio ufficiale del PROGETTO KLIMT, un programma scientifico biennale, promosso e ideato dal Consiglio di Amministrazione della Galleria e curato da Elena Pontiggia – critica e storica dell’arte, docente di Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Brera e al Politecnico di Milano – che ne è anche la coordinatrice e Gabriella Belli, storica dell’arte italiana e Direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia.
Quattro tappe
Quattro tappe consequenziali che partono dal ritrovamento e la riesposizione del dipinto per affrontareil rapporto tra Klimt e gli artisti presenti in Galleria, fino al legame e alle influenze tra il pittore austriaco e l’Italia arrivando nell’ultima tappa “Klimt Intimo” all’approfondimento della stagione finale dell’artista. Il quadro è ospitato all’interno del Salone d’Onore in un allestimento nato dalla collaborazione con il Politecnico di Milano (Massimo Ferrari e Claudia Tinazzi con Annalucia D’Erchia).
“Sono onorata di coordinare PROGETTO KLIMT, un programma ambizioso e prestigioso che permetterà di dare la giusta attenzione a Ritratto di Signora, alla Galleria e al rapporto tra Klimt e il nostro Paese” commenta Elena Pontiggia, coordinatrice del Progetto. “Mi sono occupata degli apparati critici che accompagneranno il Ritorno in Galleria del dipinto; seguirò anche le fasi successive del programma, che è ancora in cantiere. Fin da subito con il Presidente Ferrari abbiamo immaginato come un progetto graduale e collettivo permettendo di arricchirsi nel tempo con diverse collaborazioni dal territorio dall’Italia e dal mondo. Il PROGETTO KLIMT è un lavoro di gruppo, in cui la galleria e la città di Piacenza (col suo museo, le sue opere, i suoi appassionati) non sono solo ospiti, ma protagonisti”.
Un’opera ricca di misteri
Ritratto di Signora è un’opera ricca di misteri. Oltre ad essere rimasta lontana dalla Galleria per più di vent’anni dal 1997 al 2019, il suo ritrovamento è avvenuto lo scorso dicembre in un’intercapedine della Pinacoteca; il dipinto inoltre cela al di sotto del ritratto visibile un secondo dipinto dello stesso Klimt.
Il quadro non è dipinto ma ridipinto e Klimt l’ha ripensato “per via di levare”. Nel 1996, grazie a una felice intuizione di una studentessa di scuola superiore, Claudia Maga – un’intuizione poi confermata dalle analisi scientifiche grazie alla determinazione dell’allora Direttore della Galleria Stefano Fugazza – si è scoperto che sotto la superficie della pittura si nascondeva un altro ritratto – influenzato dalla ritrattistica impressionista e postimpressionista – che si credeva perduto.
“Backfisch“
Intitolata Backfisch (“ragazzetta”, nel tedesco colloquiale), l’opera era esposta alla Grosse Kunstausstellung di Dresda del 1912 e pubblicata una sola volta, non nel catalogo della mostra, ma più tardi, nel maggio 1918 in una rivista d’arte austriaca. Come nei ritratti di Renoir o di Lautrec, la Ragazzetta era disegnata con precisione nel suo abbigliamento, dal largo cappello ovale al boa di piume avvolto intorno al collo, allo scialle. Quando tra il 1916 e il 1917 Klimt ritocca il quadro, elimina tutti quei particolari. La giovane vestita alla moda del 1912 si trasforma in una figura meno realistica: cappello e capigliatura lasciano posto a un’unica forma ovoidale, mentre la consistenza dei vestiti si scioglie, con veemenza espressionista, in un insieme di pennellate quasi informali.
La realizzazione di questa prima tappa è stata possibile grazie a Banca di Piacenza e Fondazione di Piacenza e Vigevano per la realizzazione della teca, Davide Groppi per il progetto di illuminazione e Banca Generali Private che ha permesso la realizzazione del primo video di avvicinamento all’opera di Ritratto di Signora ideato e prodotto da Studio Azzurro. Nel corso del collegamento Leonardo Sangiorgi socio fondatore di Studio Azzurro introdurrà il breve video che verrà mostrato a conclusione degli interventi e i passi successivi. Un secondo video realizzato sempre da Studio Azzurro grazie al contributo di Team Memores Computer è infatti già in cantiere. Da Vienna interverrà anche Peter Weinhäupl della Klimt Foundation.
Ritratto di Signora non è attualmente visibile al pubblico in ottemperanza alle disposizioni nazionali per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. La Galleria, infatti, riaprirà le sue porte, nella prima data possibile, sulle base di nuove indicazioni a livello nazionale.
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