Il direttore generale del Piacenza, Marco Scianò, commenta la situazione intorno al terzo campionato italiano di calcio in una lunga intervista con RadioSound
Le tante positività nelle squadre fermeranno il campionato di Serie C?
Mi trovo d’accordo con Ghirelli nel dire che in questo momento storico non ci possiamo permettere uno stop. Tra costi del protocollo, sponsor e mancati aiuti dal governo, la Serie C deve continuare. Anzi, io credo che sarebbe utile giocare per recuperare partite e diminuire lo spazio tra allenamenti e incontri. Il contagio non avviene mai durante i 90′, ma spesso e volentieri nella vita di tutti i giorni. Il nostro movimento non può fermarsi, a meno che non sia il virus a comandare contagiando 20 giocatori. Avere 2-3 positivi è l’ordine del giorno.
Il Governo come si è mosso nei vostri confronti?
Il calcio è un’industria, e come tale ha un indotto molto alto. Noi portiamo economia al paese, oltre alle tasse che dobbiamo pagare. Logico che ci sono tante fasce che soffrono nel nostro paese, però all’infuori della Serie A gli stipendi dei giocatori sono molto più allineati con la società comune. Il lavoro è più leggero e piacevole, ma la vita è commisurata a stipendi e valori economici vicini al mondo comune.
Mercoledì in campo contro la Pro Patria
Sarà una partita molto delicata e importante. Vogliamo salvarci con le unghie e con i denti, quindi lotteremo per guadagnarci ogni singolo punto. Siamo riusciti ad infondere credibilità nella gente, però la Pro Patria prende pochi gol ed è una avversario molto temibile.
L’intervista completa al direttore generale del Piacenza calcio, Marco Scianò
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