“Oltre ai mancati guadagni a cui andremo incontro fino al 24 novembre, vengono vanificati i fondi spesi per adattarci ai parametri di sicurezza”. Questo il concetto espresso nel corso della manifestazione di questa sera. Operatori sportivi, titolari di palestre, ristoranti e bar, dipendenti di questi settori si sono ritrovati in piazzale Genova. Centinaia di persone hanno protestato contro l’ultimo dpcm voluto dal governo Conte che prevede la chiusura totale delle palestre e la chiusura alle 18 per ristoranti e bar.
“Teniamo presente che io lavoro in un pub, il quale apre alle 18. Per noi significa non lavorare proprio”, spiega il dipendente di un locale. “Aiuti dal governo? Io sto ancora aspettando la cassa integrazione”.
“Lo sport è salute, ma non in Italia”, chiosa Maurizio, titolare di palestra. “La cosa assurda è che giovedì sera ci hanno comunicato i protocolli nuovi, venerdì li avevamo già applicati anche se non erano ancora in vigore e domenica la doccia fredda. Quindi oltre al danno anche una presa in giro e una mancanza di rispetto”.
“Noi siamo il settore più igienizzato e controllato, abbiamo persino controlli medici. La chiusura è ingiustificata”.
“Vogliamo lavorare, abbiamo diritto di lavorare. Abbiamo investito tanti soldi per poter operare nel rispetto delle norme, abbiamo affrontato spese immani per rispettare tutte le norme e ora non ci fanno lavorare”.
“Dopo 37 anni di lavoro e passione oggi mi ritrovo a casa e non so per quale motivo. Sabato mattina sono arrivati i NAS da Parma per controllare il rispetto delle norme nella nostra palestra e hanno definito il nostro sistema eccellente. Oggi siamo comunque costretti a chiudere”.
Iscriviti per rimanere aggiornato!
Compilando i campi seguenti potrai ricevere le notizie direttamente sulla tua mail. Per garantire che tu riceva solo le informazioni più rilevanti, ti chiediamo gentilmente di mantenere aggiornati i tuoi dati.