La sede di Piacenza chiude, i lavoratori vengono invitati a trasferirsi in una sede dislocata a 48 chilometri di distanza. I sindacati insorgono. Protagonista è l’azienda Servizi Italia spa, che si occupa del servizio lavanderia dell’ospedale di Piacenza. La dirigenza ha deciso di chiudere la sede locale dell’azienda, a Casoni di Gariga, e ha proposto il trasferimento dei lavoratori nella sede di Castellino di Soragna. Si parla di un luogo a cinquanta chilometri da Piacenza, motivo per cui i sindacati parlano di licenziamenti mascherati: “Molti dipendenti non avranno la possibilità di trasferirsi, e comunque parliamo di una distanza capace di mettere in seria difficoltà i lavoratori”. Sono 58 i dipendenti, di questi 56 sono a tempo indeterminato e 45 sono donne.
Ne hanno parlato Massimo Tarenchi, Filctem Cgil, e Massimo Pelizzari, segretario Femca Cisl.
“Noi lo abbiamo detto chiaramente ai vertici dell’azienda: voi siete consapevoli che si tratta di un licenziamento perché siete consapevoli che si tratta di persone che non potranno trasferirsi. Allo stesso tempo, per l’età, queste persone faticheranno a reinserirsi nel mercato del lavoro. Un’azienda di questo tipo dovrebbe considerare anche l’aspetto etico, non si può trasformare in modo così radicale la vita di sessanta persone, toglierle dal territorio. L’azienda dice di non voler licenziare nessuno, e questo è vero. Però sanno benissimo che molte persone non potranno trasferirsi. Molte persone avranno la possibilità di passare da part-time a full-time, vero anche questo: ma molti dipendenti hanno chiesto in prima persona il part-time per motivi legati alla propria situazione familiare”.
Secondo i sindacati, poi, l’azienda ha comunicato tardivamente la decisione. “Avessero comunicato per tempo le proprie intenzioni avremmo potuto impegnarci insieme per trovare una soluzione, ora invece ci troviamo con l’acqua alla gola. Il trasferimento, annunciato martedì scorso, è previsto infatti entro la fine dell’anno”.
Fondamentali durante il Covid, ringraziati col trasferimento
“Questa situazione avviene in un periodo di Covid. Ma ricordiamo che questi 58 lavoratori sono coloro che nel periodo del picco hanno lavato la biancheria dei pazienti colpiti da coronavirus. Sono quegli operatori invisibili che hanno permesso a medici e infermieri di lavorare in sicurezza mettendo a rischio la propria incolumità. Lavavano le divise dei medici e degli operatori del 118. E come ringraziamento vengono trasferiti”.
“I camici degli “eroi”, ossia le divise del 118, le lenzuola dell’ospedale di Piacenza e via dicendo saranno spedite a Parma e Genova. Il 65% delle lavorazioni di lavanderia seguirà le lavoratrici piacentine a Soragna, mentre il restante 35% verrà lavato e sanificato nello stabilimento di Bolzaneto (Genova)”.
“E’ una realtà che da 20 anni opera a Piacenza e che ora chiude e trasferisce tutto e tutti”, hanno spiegato Pelizzari e Tarenchi. “Da parte nostra abbiamo chiesto di attivare il tavolo di confronto in Provincia di Piacenza e in Regione Emilia-Romagna. L’impatto della decisione aziendale è pesante, grave: stiamo parlando di lavoratrici e una parte di loro non potrà sostenere il trasferimento. Fa riflettere come la prosopopea degli “eroi” del Covid poi vada a scontrarsi con gli appalti al massimo ribasso di cui è vittima il sistema del lavaggio industriale della biancheria ospedaliera, dei camici di medici e infermieri. L’azienda, quotata in borsa, ha avviato un piano di organizzazione finanziaria e produttiva”.
“A Piacenza, nonostante sia stata un tassello fondamentale nel complesso della lotta al Covid nei mesi più bui, viene soppressa e trasferita, entro fine anno. Crediamo che un gesto e una presa di posizione delle istituzioni e della società civile nei confronti di queste lavoratrici sia doverosa. Non è possibile che un sistema di appalti al massimo ribasso costringa alla soppressione realtà che hanno sempre garantito un servizio di qualità e un impatto sociale del tutto positivo”.
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