I carabinieri della Stazione di Rivergaro hanno denunciato tre procacciatori d’affari, uno di origini pugliesi di 44 anni, uno di origini campane di 53 anni ed uno di origini laziali di 28 anni. Arresto avvenuto dopo la denuncia di una vedova piacentina.
La donna agli inizi di marzo di quest’anno ha sporto denuncia querela segnalando di aver ricevuto una comunicazione da parte di un gestore di energia elettrica. L’uomo le aveva comunicato l’avvenuta attivazione di due contratti di fornitura di energia elettrica, entrambi in Casoria (NA) ed a nome di suo marito, che però era deceduto due mesi prima in Piacenza.
Le indagini
Ai militari di Rivergaro ha segnalato inoltre di essersi subito recata presso gli uffici della società che aveva inviato la comunicazione. In quel contesto ha appreso che oltre ai contratti, sempre a nome del defunto marito, risultavano altri due richieste di attivazione; una in Gubbio ed una a Spoleto. Inoltre, le hanno riferito che, in fase di sottoscrizione dei contratti qualcuno aveva presentato una carta d’identità rilasciata da un comune in provincia di Palermo; vi erano indicate la data ed il luogo di nascita del marito, una residenza fittizia ed una foto che era di altra persona.
I militari di Rivergaro, quindi, hanno avviato le indagini e subito hanno accertato che la carta d’identità utilizzata per l’apertura dei contratti era falsa; così come i codici POD dei misuratori indicati in contratto erano inesistenti ovvero relativi ad utenze inattive. Successivamente, i carabinieri di Rivergaro, interessando l’azienda che gestisce la fornitura dell’energia, hanno verificato che sempre a nome del defunto marito erano attivi altri quattro contratti, tre a Perugia ed uno in un paese della stessa provincia.
L’azienda per la materiale sottoscrizione dei contratti di fornitura elettrica si avvaleva di procacciatori d’affari dipendenti di alcune agenzie di servizi. Così, sono arrivati ai “codici di identificazione” dei tre procacciatori d’affari – uno collaborante con un’agenzia di sevizi con sede legale a Napoli e due collaboranti con una con sede legale a Milano.
Per i tre, quindi, è scattata la denuncia per truffa, falsità in scrittura privata e sostituzione di persona.
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