La Regione potenzi l’offerta sanitaria in Alta Val Trebbia, nel piacentino, e in particolare riporti a pieno regime l’ospedale di Bobbio. A chiederlo, in una risoluzione, è la consigliera Katia Tarasconi (Pd) che ricorda come “il 22 dicembre 2016, con deliberazione del direttore generale dell’Ausl di Piacenza, l’Ospedale di Bobbio, in provincia di Piacenza, veniva convertito in Ospedale di Comunità (OsCO) e, conseguentemente, l’Unità Operativa Complessa ‘Medicina Interna e Primo Intervento di Bobbio’ veniva trasformata in Unità Operativa Semplice; Bobbio e il suo ‘ospedale di comunità’, però, si trovano esattamente a 43 chilometri dal capoluogo di Provincia e a 30 chilometri dal confine genovese, ovvero nel cuore della Val Trebbia che si snoda su tutta la lunghezza della provincia ed è collegata alle vallate vicine. Sono circa 15 mila le persone residenti in queste zone, con un’età media che si attesta nella fascia medio-alta e nell’area, inoltre, sono presenti una Casa Protetta da 38 posti, una Residenza Protetta da 823 posti a Bobbio, una Comunità Alloggio da 16 posti a Ottone e due Case Protette rispettivamente da 100 e 60 posti in comune di Rivergaro”.
Tarasconi sottolinea anche come “la pandemia da Covid-19 ci ha fatto comprendere come sia necessario invertire la visione in cui sanità è uguale a costo piuttosto che investimento, che la salute non è un privilegio ma un diritto e che gli ospedali più piccoli e senza specializzazione non sono un fardello ma uno strumento irrinunciabile: la struttura di Bobbio, nell’Alta Val Trebbia, unico presidio ospedaliero sull’Appennino piacentino, è un luogo di fondamentale importanza strategica dal punto di vista dell’assistenza sanitaria per tutta la popolazione della montagna”.
Da qui la risoluzione per impegnare la Giunta “a ripensare i modelli organizzativi della rete ospedaliera e riportare la struttura di Bobbio a una piena funzionalità a servizio di tutta la popolazione dell’Alta Val Trebbia, superando il modello di OsCO che risulta in parte inadeguato a soddisfare le esigenze della popolazione e a valutare l’opportunità di qualificare l’Area Ospedaliera di Montagna dell’azienda USL di Piacenza attraverso la revisione dell’offerta ospedaliera della struttura di Bobbio nell’ambito della programmazione sanitaria territoriale, al fine di garantire livelli essenziali e uniformi di prestazioni sanitarie e socio-sanitarie ai cittadini residenti in queste aree, con specifico riguardo agli standard di sicurezza e funzionalità e alla adeguata presenza sul territorio di servizi relativi al pronto soccorso, alla diagnostica e alle branche specialistiche, nonché ridurre l’indice di mobilità passiva e quello di ricorso alla ospedalizzazione a favore dell’assistenza domiciliare”.
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