Toni Capuozzo, giornalista e scrittore italiano è intervenuto ai microfoni di Radio Sound domenica mattina, 22 marzo 2020.
Ne usciremo più forti? Cosa ci insegnerà questa pandemia?
“Dobbiamo renderci della fortuna che ha avuto la nostra nostra generazione fino a oggi: non abbiamo vissuto guerre e non abbiamo patito la povertà dei nostri nonni. Oggi, anche i giovani più viziati, le persone che hanno sempre avuto tutto senza mai rinunciare a nulla e che hanno sempre dato tutto per scontato, potranno capire quanto valore aveva la vita prima di questa emergenza. La cena di San Valentino, il pranzo di Natale: la nostalgia di com’erano le cose poche settimane fa. E poi mi auguro che impareremo a scegliere meglio i nostri politici, se mai ce ne siano. Spero impareremo a distribuire meglio le spese: ci serve qualche aereo militare in meno e qualche ospedale in più. Dobbiamo cambiare molte cose e credo che molte cose cambieranno. Moriranno molte aziende e altre nasceranno. L’economia tornerà forte ma ci vorrà molto tempo. Credo che ci saranno cambiamenti che oggi possiamo solo immaginare”.
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Toni Capuozzo saluta i piacentini
“Tengo a salutare Piacenza. Nella vostra città ho svolto una parte del mio servizio militare, ero un autista e con la jeep dell’esercito ho vissuto parecchie avventure. Qualche volta me ne andavo in Valtrebbia: nascondevamo il mezzo in un boschetto e andavamo in qualche osteria a goderci vino in scodella e salame. Ho dei ricordi bellissimi di Piacenza”.
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Il coronavirus è un nemico razionale che ha bisogno di noi
Se lei potesse scrivere una lettera al Coronavirus, cosa scriverebbe? “Il Coronavirus credo sia più antico dell’uomo e allo stesso tempo ha bisogno di noi per vivere. Ha bisogno di noi poi ci uccide. E’ pericoloso e pazzo. Tralascia giovani e bambini, in qualche modo seleziona l’umanità: da questo punto di vista è un nemico razionale e questo lo rende ancora peggiore. Come il Nazismo: un odio fatto scienza, organizzazione lucida e fredda”.
“A tal proposito vorrei dire una cosa. Ci sono 14 medici che sono morti in questa battaglia. Tra questi il dottor Giuseppe Finzi, responsabile del day hospital dell’ospedale Maggiore di Parma. Finzi era membro di una nota famiglia ebrea: vorrei che il nome di Finzi, che è un eroe, tornasse in mente a quegli sconsiderati abituati, prima di questa emergenza, a disegnare svastiche sui muri. Anche da questo punto di vista questa emergenza sanitaria ci da la misura del tempo che è passato, sembra di parlare di un secolo fa”.
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Tony Capuozzo – Intervista integrale
Un ringraziamento a Gianfrancesco Tiramani e SkyView per il montaggio delle immagini e la preziosa collaborazione.
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