“In questo momento è prioritario rivolgere l’attenzione ed offrire tutta l’assistenza possibile ai lavoratori impiegati nelle piccole e piccolissime aziende di tuti i comparti”.
Lo scrive il sindacato Ugl, in una nota firmata dal segretario provinciale Pino De Rosa.
“Il territorio di Piacenza è ricchissimo di queste realtà economiche, non c’è una grande penetrazione sindacale, ma sappiamo che in questo momento hanno bisogno di informazioni, assistenza e tutela. Sono stati sottoscritti anche per loro accordi per misure di sostegno in deroga a quelle normalmente previste. E’ un’attività da gestire in un’ottica di collaborazione, a fronte di reciproca buona fede, con le stesse aziende e che potrebbe anche essere l’inizio di processi di partecipazione che Ugl da sempre propone. Invitiamo tutti a cercarci ai nostri recapiti e sui social media”.
Particolare attenzione alla questione Amazon.
Il caso Amazon
“Lo stiamo monitorando dall’inizio, da quando cioè l’azienda ha cominciato a mandare sms dicendo di stare a casa ai lavoratori residenti nella zona rossa di Codogno e degli altri comuni del lodigiano, coinvolti nel primo allarme, senza preventivamente dare alcuna informazioni né ai delegati sindacali, né ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Incontri con gli RLS (questi ultimi hanno anche prodotto un documento, consegnato all’azienda) succedutesi, sono stati del tutto formali e sono tante le azioni che l’azienda da ieri sta frettolosamente mettendo in atto per cercare di mettere qualche toppa ad una organizzazione del lavoro che non ha subito sostanziali modifiche e crediamo assolutamente non in grado di tutelare la salute dei lavoratori. Abbiamo concorso a richiedere un intervento da parte delle autorità di prevenzione sanitaria. Nei prossimi giorni dovremmo agire sicuramente in maniera più incisiva di concerto con le altre OO.SS. e riteniamo che qualche giorno almeno di stop dell’attività sia inevitabile. Il protocollo prevede che se c’è stato un contagiato è necessario sanificare tutto. L’azienda, che ci ha informato di non averne intenzione, deve assolutamente attivare, con le OO.SS., un ammortizzatore sociale. Non possiamo esimerci però dal commentare la deroga concessa dal governo all’e-commerce. Forse si è considerato solo l’aspetto del consumatore che ordina da casa comodamente al computer ed aspetta la merce senza valutare tutto quello che c’è tra il clic ed il corriere. Nemmeno è stata prevista una limitazione merceologica per l’e-commerce che ha anche un vantaggio competitivo derivante dal virus, visto che le scarpe o le mutande si finisce per non poterle comprare in negozio ma su Amazon sì”.
GOVERNO E PARTI SOCIALI: E’ indubbio peraltro che le disposizioni governative con misure partite tardi per pregiudiziali di tipo ideologiche, confuse, spesso contraddittorie e contrassegnate da una gradualità che ha tutta l’aria di una toppa dopo l’altra si siano al momento fermate alla chiusura di tutto…tranne un mondo di cose…. Senza alcuna logica dal momento che alcune attività sembrano veramente non indispensabili. A questo punto tocca alle parti sociali gestire il processo ed insieme alle aziende, o in conflitto con queste, anteporre la salute al profitto.
ATTUAZIONE PROTOCOLLO CONDIVISO DI REGOLAMENTAZIONE SIGLATO CON GOVERNO: Porta la data del 14 marzo ed è stato condiviso da tutte le OO.SS., dalle associazioni datoriali e dal governo. Come UGL siamo pronti alla massima collaborazione per attuarne le previsioni a tutela della salute dei lavoratori e dei loro familiari in un’ottica di condivisioni con le aziende ma, lo diciamo chiaramente, già dalle prossime ore siamo pronti a far fioccare stati di agitazioni e scioperi se qualcuno pensasse di eludere gli accorgimenti previsti o di limitarsi a “mettere le carte a posto”. Il documento prevede anche periodi momentanei d’interruzione produttiva (coperti da ammortizzatori sociali) per sanificare gli ambienti e riorganizzare la produzione in coerenza con le misure di prevenzione (un metro di distanza mentre si lavora, il contingentamento degli accessi e delle uscite, la modalità di accesso dei fornitori, la rimodulazione dei livelli di produttività in ragione delle regole da seguire, l’organizzazione di gruppi omogenei da mettere in turno, l’organizzazione degl’ingressi e delle uscite dagli spogliatoi… per citarne alcuni). E’ prevista poi la dotazione di mascherine, di gel igienizzanti, di guanti. E’ prevista l’organizzazione della pulizia giornaliera e sanificazione periodica dei luoghi. Sono previste misure apposite d’intervento in caso di anche solo sospetto di contagio. Il protocollo prevede anche la costituzione di un Comitato in azienda composto anche da Rappresentanti dei Lavoratori per la sicurezza e Rappresentanti Sindacali Aziendali per gestire il protocollo. I lavoratori che volessero ulteriori informazioni e si dessero disponibili anche per i propri colleghi, come rappresentanti UGL possono contattarci.
SETTORI: Volendo fare una sintetica panoramica coinvolgendo alcune delle nostre federazioni di categoria, al momento, per le realtà ancora in attività, non possiamo registrare condizioni di tranquillità e dobbiamo subito attivarci.
SUPERMERCATI La segreteria nazionale di UGL terziario ha inviato una nota al Presidente del Consiglio sottolineando il caso dell’e-commerce e quello degli addetti al commercio al minuto e impiegati presso la grande distribuzione che rischiano veramente di essere i più esposti al contatto sociale relativamente all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale dei lavoratori. Infatti al ritardo dovuto alla mancanza materiale dei materiali – mascherine, guanti monouso ed igienizzanti – nelle ultime ore in molti punti vendita si sostiene che tali dispostivi sono obbligatori solo per chi ha contatti inferiori ad un metro. In alcuni casi i dispositivi, pur disponibili, non vengono consegnati al personale e talvolta addirittura proibiti.
AREE DI SERVIZIO AUTOSTRADALI Una situazione simile a quella dei supermercati cui si aggiunge l’apertura H24 (in realtà con un decreto si era disposta la chiusura dalle 18:00 alle 06:00 del mattino successivo ma con il nuovo decreto si è tornati indietro) ed il fatto che siano rimasti sostanzialmente gli unici bar e ristoranti aperti, peraltro per i lavoratori in una zona contrassegnata dall’isolamento anche in considerazione del ridottissimo traffico.
LOGISTICA Speculare la problematica degli autotrasportatori che fino a ieri “trovavano autogrill chiusi dalle 18 alle 6 facendo fatica a cenare e ad usufruire dei servizi igienici spesso all’interno dei locali – dice il Segretario Regionale di UGL Ferrovie, Trasporti e Logistica, Giustino Montesarchio, che aggiunge – non solo nel trasporto su gomma si evidenziano problemi. I ferrovieri svolgono servizio di pubblica utilità ma il personale mobile non riesce a usufruire sia del pranzo che della cena oltre al fatto che i DPI non vengono forniti dalle aziende. Nei magazzini della logistica invece si fa una terribile fatica a reperire dpi e con la chiusura dei negozi Oviesse in Italia tantissimi sono rimasti a casa. Per loro ci dovranno essere gli ammortizzatori sociali ma il governo sembra incerto e questo di certo non ci sta rassicurando né noi come sindacato né tantomeno i cittadini”.
METALMECCANICI Confermato in primo luogo lo sciopero indetto per lunedì 16 marzo al quale potranno aderire tutti i lavoratori in tutti gli stabilimenti piacentini, che invitiamo, se non già in essere, di attivare contatti con la nostra segreteria. Il tema del comparto è che non c’è ragione di utilità sociale per tenere aperte le fabbriche mettendo a rischio la salute dei lavoratori e delle loro famiglie. Federico Erba, dipendente di Astra e dirigente UGL metalmeccanici, ribadisce che: “C’è una grande difficoltà a rispettare la distanza di un metro nelle postazioni di lavoro, c’è una scarsa disponibilità del prodotto disinfettante e non sono chiare le modalità con cui vengono disinfettanti i reparti, inoltre nei locali spogliatoi non sempre sono stati previsti turni per permettere alle persone di cambiarsi alla distanza di un metro come previsto”.
SICUREZZA CIVILE “Per le Guardie Giurate la problematica maggiore si ha presso le logistiche – dichiara Filippo Lucchini, Segretario Provinciale Sicurezza Civile – dove vengono effettuati controlli ravvicinati con bodyscan e vi è stretto contatto con il personale delle aziende. In questi casi non è possibile mantenere le debite distanze. Da ieri, con ICTS (l’istituto di vigilanza che si occupa di sicurezza in Amazon) stiamo affrontando il problema. L’azienda committente (Amazon) lunedì risponderà in merito. Nel frattempo la procedura è sospesa ma in molti siti non è ancora così. In Sicuritalia non è stata fatta la sanificazione dei locali, delle centrali operative e dei furgoni, luoghi ove si lavora in 2/3 persone a contatto ravvicinato.” Per questo settore si aggiunga che gli operatori sovente debbono procedere al rinnovo del porto d’armi ma gli uffici preposti sono chiusi e quindi alcuni lavoratori rischiano di non avere la possibilità di continuare a lavorare. Per questo motivo ha inviato una richiesta al Ministero dell’Interno il Segretario Nazionale della sicurezza Civile Enrico Doddi.
AGROALIMENTARI Il neo Segretario Provinciale di categoria (nominato ad inizio marzo) Samuele Casella, con senso di responsabilità, considerando che è un lavoratore ancora attivo presso la sua azienda (Fiorani carni) dichiara: “Il settore agro-alimentare chiaramente non si può fermare perché il cibo nei supermercati non può mancare e pertanto ritengo giusto che le fabbriche non chiudano, detto ciò però penso che le aziende si debbano impegnare a tutelare la salute dei suoi dipendenti. Ritengo che da più parti il problema più grave sia stata la comunicazione tra azienda e lavoratori. La mia azienda ha adottato, a mio avviso non tempestivamente le giuste prevenzioni. Basti pensare che avevano affisso dei fogli informativi scritti in piccolo e solo in italiano nonostante molti dipendenti stranieri neanche siano in grado di leggere – aggiunge poi Casella – che un altro aspetto sono le mascherine che, magari da subito consegnate, non sono state utilizzate da alcuni dipendenti o indossate male senza che gli RSPP o le aziende intervenissero per pretenderne l’utilizzo. Poche le informazioni fornite ai delegati sindacali anche nei casi in cui ci sono stati contagiati nelle aziende” Quest’ultimo caso è anche segnalato da Ardian Kazazi (dirigente sindacale e dipendente della ditta Fossati di San Nicolò) che in quanto RSA ha chiesto notizie in merito senza ottenere risposte.
AUTOFERROTRANVIERI: “Gli autisti dei pullman sono terrorizzati. – non usa mezze misure Giuseppe Cucina dipendente Seta da parecchi anni e componente del Direttivo UGL di categoria – Sui pullman è impossibile far rispettare la distanza di un metro. I mezzi non vengono sanificati in maniera adeguata. I pullman sono praticamente vuoti eccetto qualche straniero senza guanti né mascherine, probabilmente non al corrente delle disposizioni ministeriali, non adeguatamente informato o per scelta. Molti utenti stanno anche usando il pullman perché non hanno il rischio di essere fermati né dai controllori né dalle forze dell’ordine. Chiediamo quindi di vigilare anche sui pullman per evitare che qualcuno usi i mezzi pubblici per girare senza il problema di essere denunciato.
Alle numerosissime chiamate di questi giorni stiamo cercando di dare risposta dalle nostre abitazioni e mentre, in molti casi, i dirigenti sindacali UGL stanno lavorando. La passione che ci anima ci consentirà di dare disponibilità comunque a tutti e, insieme a tutti i cittadini italiani, siamo certi, sapremo vincere anche la sfida dell’emergenza sanitaria perché, forse in questo frangente saranno in più a capirlo, la grande ricchezza dell’Italia sono gli italiani.
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