Vinicio Marchioni e Massimo De Santis al Municipale il 29 e 30 gennaio con “I soliti ignoti”

Vinicio Marchioni e Massimo De Santis al Municipale il 29 e 30 gennaio con “I soliti ignoti”

Vinicio Marchioni e Massimo De Santis al Teatro Municipale il 29 e 30 gennaio con “I soliti ignoti”.

Dopo una lunga pausa, riprende la programmazione della Stagione di Prosa 2019/2020 del Teatro Municipale di Piacenza. Vedremo Vinicio Marchioni e Massimo De Santis nello spettacolo “I soliti ignoti”, adattamento teatrale di Antonio Grosso e Pier Paolo Piciarelli tratto dalla sceneggiatura di Mario Monicelli, Suso Cecchi D’Amico, Age & Scarpelli, spettacolo diretto dallo stesso Marchioni. Appuntamento, per il quale si annuncia il tutto esaurito, mercoledì 29 e giovedì 30 gennaio alle ore 21 per la Stagione di Prosa “Tre per Te” 2019/2020 proposta da Teatro Gioco Vita, direzione artistica di Diego Maj, con la Fondazione Teatri di Piacenza, il Comune di Piacenza e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano e Iren.

Vinicio Marchioni e Massimo De Santis al Municipale con “I soliti ignoti”

La commedia è la prima versione teatrale del mitico film di Monicelli, uscito nel 1958 e diventato col tempo un classico imperdibile della cinematografia italiana e non solo. Le gesta maldestre ed esilaranti di un gruppo di ladri improvvisati sbarcano sulle scene rituffandoci nell’ Italia povera ma vitale del secondo dopoguerra. L’adattamento è fedele alla meravigliosa sceneggiatura di Age & Scarpelli senza rinunciare a trovate di scrittura e di regia per rendere moderna quell’epoca lontana.

Nel cast, a fianco di Vinicio Marchioni e Massimo De Santis, Augusto Fornari, Salvatore Caruso, Vito Facciolla Antonio Grosso, Ivano Schiavi, Marilena Anniballi. Lo spettacolo è prodotto da Gli Ipocriti Melina Balsamo.

Vinicio Marchioni

«Ci sono dei film – scrive Marchioni nelle note di regia – che segnano la nostra vita e “I soliti ignoti” per me è uno di questi. Come uomo mi sono divertito e commosso di fronte alle peripezie di questo gruppo di scalcinati ladri. Come attore mi sono esaltato davanti alla naturalezza con cui recitano mostri sacri come Mastroianni e Gassman. Come regista ho amato il perfetto equilibrio con cui Monicelli rende un argomento drammatico in modo leggero. Così l’idea di curare l’adattamento teatrale del film mi ha immediatamente conquistato. È una storia bella e necessaria, che ci parla del presente immergendoci nel passato. La povertà del dopoguerra è una piaga che resiste ancora oggi, sebbene in altre forme, in tante zone d’Italia. Vorrei restituire sulla scena l’urgenza sentita dai personaggi di superare la miseria che li affligge, insieme alla vitalità indistruttibile e alla magia di un’Italia passata verso la quale proviamo nostalgia e tenerezza. Spero che gli spettatori possano uscire dal teatro con gli stessi sentimenti che provo io dopo una visione del film: divertiti, commossi e perdutamente innamorati di quei personaggi indimenticabili. Adattare un classico è sempre una sfida rischiosa e difficile. Ma sono le sfide che vale la pena vivere, insieme ai miei compagni di strada».

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