Minari (Forza Italia): “Sanità, la nostra Regione è circa il 50% meno attrattiva della Lombardia”

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Il candidato di Forza Italia Marcello Minari, assessore al bilancio e sviluppo economico di Fiorenzuola d’Arda, nel primo punto della sua proposta programmatica per la regione mette a fuoco, da un punto di vista diverso, alcuni aspetti sulla gestione della sanità.

“La nostra Regione è circa il 50% meno attrattiva della Lombardia ( in termini assoluti) dal punto di vista della mobilità sanitaria attiva (ovvero delle prestazioni sanitarie erogate a cittadini provenienti da altre regioni) mentre spende il 76 % di quanto fa la Lombardia per la mobilità passiva ( prestazioni erogate da altre regioni ai cittadini Emiliano-Romagnoli) . Questi dati sono stati pubblicati nel luglio 2019 e sono riferiti al 2017. Il gap si traduce in circa 500 milioni di euro annui in più che entrano nelle casse della sanità lombarda rispetto a quelle della nostra Regione.

In totale parliamo di prestazioni sanitarie per € 276.000.000 che ogni anno i cittadini emiliano-romagnoli ricevono fuori dalla loro regione, principalmente da strutture lombarde. Al contrario la Romagna è molto attrattiva per i cittadini marchigiani
Questa tendenza è figlia, oltre che di scelte politiche ormai irreversibili volte a ridurre la capillarità dei servizi, anche di una politica di chiusura verso il privato che per troppo tempo ha caratterizzato la nostra Regione ed in particolar modo l’Emilia. Nella nostra Provincia questo fenomeno è ovviamente ancora più evidente dato che siamo a pochi chilometri dall’area milanese dove l’offerta sanitaria è quantitativamente e qualitativamente eccezionale. Oggi abbiamo ancora un problema con le liste d’attesa, che saranno anche rientrate negli standard, ma sono troppo lunghe per le reali esigenze dei cittadini della nostra Regione, spinti perciò alla mobilità sanitaria.
E’ sicuramente giusto protestare perchè la sanità pubblica dia servizi migliori e più completi, ma bisogna anche a mio avviso individuare soluzioni che siano attuabili nell’immediato. Oltre ad aumentare il budget delle singole ASL per il convenzionamento col privato già accreditato, occorre perciò una mappatura delle strutture accreditabili e già disponibili in Regione a fornire un numero maggiore di prestazioni, per ridurre la migrazione sanitaria, trovando proprio in questa riduzione le risorse necessarie.
E’ opportuno sottolineare che oggi la sanità privata in Emilia-Romagna copre circa il 15% delle prestazioni con un valore della produzione pari solo al 9% circa del totale della spesa regionale ( € 8,5 mld – dati Bilancio sociale Aiop ER 2018), è quindi evidente che il margine ci sia.
I benefici sarebbero molteplici perchè, con le prestazioni sanitarie, tratterremmo nel nostro territorio anche un indotto economico considerevole a beneficio dei settori immobiliare, ricettivo e commerciale.
Nel lungo periodo invece sono convinto che serva una svolta liberale per cambiare la politica degli investimenti strutturali.
Da sempre in Emilia Romagna è stato il Governo regionale a voler gestire le risorse ed a sovrintendere attraverso le ASL la realizzazione degli ospedali civili, continuando ad alimentare il sistema di potere della sinistra. Oggi le regole contabili degli enti e l’incertezza politica nazionale unite alla pesantissima burocrazia rendono i percorsi di questo tipo troppo lunghi per le esigenze dei cittadini. E’ assurdo progettare una struttura e vederla realizzata non prima di 7-8 anni.
La soluzione sta in una divisione dei compiti tra pubblico e privato : la parte pubblica deve occuparsi prioritariamente di formare al meglio e specializzare i nuovi medici, di fare una concreta programmazione sanitaria e di vigilare sulla qualità dei servizi erogati in tutte le strutture, lasciando maggiore spazio al privato per fare ciò che gli compete, ovvero investire risorse nella realizzazione di strutture moderne in tempi celeri e gestirle dal punto di vista economico finanziario, utilizzando anche lo strumento del project financing,
La visione liberale di Forza Italia è perciò necessaria per tutelare un nuovo corso ed un futuro più dinamico anche nel settore della Sanità”

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