Emilia Sarogni a Palazzo Galli: “Emancipazione della donna è progresso di tutta la società”

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«Quei pionieri che più hanno combattuto per l’affermazione del principio che l’emancipazione della donna rappresenta il progresso della società nel suo insieme, devono essere ricordati». Così la scrittrice piacentina Emilia Sarogni ha concluso il suo intervento alla presentazione dell’edizione aggiornata del suo saggio su “Il lungo cammino della donna italiana dal 1861 ai giorni nostri” (Spartaco editore), che si è tenuta in una affollata Sala Panini nell’ambito dell’Autunno culturale della Banca di Piacenza.

Il vicedirettore generale Pietro Boselli ha portato i saluti dell’Istituto di credito, mentre la prof. Donatella Vignola – di recente nominata direttrice didattica della nuova scuola elementare Sant’Orsola – ha introdotto l’illustre ospite in rappresentanza dell’“Associazione Amici del Gioia”, che ha promosso l’appuntamento.

La prof. Vignola ha definito Emilia Sarogni «una straordinaria piacentina, ambasciatrice della cultura italiana, autrice di numerosi pubblicazioni e prima donna a diventare direttrice del Senato». La scrittrice, nella stessa giornata, era stata premiata a Palazzo Farnese dal Comune, con la consegna di una targa da parte dell’assessore alla Cultura Jonathan Papamarenghi, in omaggio “al lustro che ha dato e che dà alla piacentinità”.

Tra i pionieri che hanno lottato per i diritti delle donne, Emilia Sarogni ha innanzitutto ricordato Salvatore Morelli, il primo in Italia ad occuparsene. Patriota pugliese, conobbe il carcere borbonico. Eletto nel Parlamento della giovane Italia unita, presentò il primo provvedimento per la parità dei diritti tra uomo e donna.

La scrittrice ha quindi ripercorso le tappe del lungo e tribolato cammino che ha portato alla parità, individuando due momenti fondamentali: il 1919, con l’abolizione dell’autorizzazione maritale (le donne non potevano compiere nessun atto economico-giuridico senza il permesso del coniuge) grazie al parlamentare modenese Carlo Gallini; e il secondo dopoguerra, con il 1946 che vide il primo voto amministrativo per le donne e il primo voto politico con il referendum costituente del 2 giugno, una conquista arrivata dopo un estenuante e tormentato percorso pieno di contraddizioni.

Altre date importanti per l’emancipazione femminile: il 1963 (ingresso in Magistratura), il 1975 (nuovo Diritto di famiglia), il 1996 (riforma della legge sulla violenza, che fino ad allora veniva considerata delitto contro la morale) e il periodo 2000-2018, con vari provvedimenti in favore della parità di genere (ingresso delle donne nei Cda delle società, unioni civili, divorzio breve, legge sullo stalking).

«Non va mai dimenticato – ha sottolineato la dott. Sarogni – che durante questo lungo periodo la donna italiana non ha mai perso le sue grandi qualità: siamo considerate, fra le donne di tutti i continenti, quelle che lavorano di più, dentro e fuori la famiglia».

La presentazione del volume è stata impreziosita dalla lettura di alcuni brani del testo (sulle figure di Salvatore Morelli, Anna Maria Mozzoni, Carlo Gallini, Anna Kuliscioff, compagna del padre del socialismo Filippo Turati) da parte dell’avv. Salvatore Dattilo. Presenti in sala un gruppo di socie dell’Associazione “Amici del Gioia” vestite da suffragette. In ricordo della serata, la Banca di Piacenza ha donato ad Emilia Sarogni una pubblicazione sulla Galleria Ricci Oddi.

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