Il 13 e 14 settembre si è svolta l’“operazione dignità”, per opera del Comitato due piazze, Cittadella e Casali; gli attivisti hanno ripulito l’ex stazione delle corriere di piazza Cittadella imbiancandola nella sua facciata principale.
Invitiamo gli Amministratori Comunali e i Cittadini a recarsi sul posto per constatare quanto sia cambiato in meglio l’aspetto dell’edificio e della piazza stessa; l’autostazione appare ora come quello che è, cioè una costruzione di stile razionalista, dalle linee geometriche semplici e dalle ampie superfici vetrate. Non un rudere o un ecomostro come alcuni l’hanno definita.
Un valore architettonico
Tutti ora possono riconoscere, se guardano con obiettività, che l’autostazione ha un suo valore architettonico. La costruzione risale alla metà degli anni ’50 su progetto dell’architetto piacentino Carlo Felice Cattadori; e all’interno ha un grande spazio libero che si presta a molteplici usi. Gli alberi che la incorniciano e il giardinetto posteriore, pur se ora in stato di abbandono, fanno da sfondo a questa parte della piazza; migliorandone l’estetica e offrendo ombra e qualche panchina.
L’iniziativa di pulizia ha suscitato un diffuso interesse in città; moltissime persone condividono la proposta di conservare questo “contenitore” e hanno suggerito svariate idee per il suo utilizzo.
Siamo grati all’Amministrazione Comunale che ci ha permesso di fare il lavoro; ma anche a tutti gli organi d’informazione che hanno dato ampio risalto all’“operazione dignità”, e a coloro che sono venuti a sostenerci; partecipando all’attività o proponendo idee su come potrebbe essere utilmente recuperata l’ex autostazione. Abbiamo anche raccolto offerte spontanee (45 euro) a fronte di una spesa di circa 250 euro; esclusi attrezzi e materiali portati da casa da alcuni volontari.
Siamo soddisfatti dei risultati, ma non ci fermiamo qui
Il nostro obiettivo è quello di far sì che tutti possano riconoscere l’importanza e le potenzialità di questi due spazi urbani pubblici; affinché i progetti che ne decideranno gli usi e gli assetti futuri rispettino i valori storici e architettonici e siano adeguati alle esigenze di Piacenza, oggi e nei decenni a venire.
L’abbattimento dell’ex autostazione e dei sedici alberi che l’attorniano per fare posto al parcheggio sotterraneo di piazza Cittadella da 250 posti auto (200 pubblici e 50 privati) e la demolizione e ricostruzione del mercato coperto di piazza Casali costerebbero, rispettivamente, 13 milioni e 1,5 milioni di euro.
Le alternative
Alternative assai meno costose e più utili alla città sono state ripetutamente suggerite dal Comitato due piazze, dai commercianti del mercato coperto e da singoli cittadini;
parcheggi fuori terra in aree ai margini del centro storico, collegate al centro con bus-navetta, nel quadro di un piano generale dei parcheggi e della viabilità nord della città; ristrutturazione del mercato esistente, anziché demolizione e ricostruzione.
Le obiezioni delle Amministrazioni Comunali, attuale e precedente, alle osservazioni e proposte del Comitato due piazze e dei commercianti del mercato coperto sono sempre le stesse;
non si può tornare indietro, perché per l’intervento di piazza Cittadella c’è un contratto da rispettare e perché entrambe le opere (parcheggio sotterraneo e nuovo mercato) sono ora incluse nel “bando nazionale periferie” e, dunque, ogni modifica comporterebbe la perdita di milioni di euro per il Comune.
Noi sosteniamo che ciò non è vero, per i seguenti motivi
• A norma del contratto la penale a carico del Comune, in caso di recesso, sarebbe di circa 1 milione e non di 10 milioni come era stato affermato in Consiglio Comunale qualche tempo fa. Tuttavia neanche questa eventualità a nostro parere è scontata.
Infatti, secondo le previsioni del project financing, la Società appaltatrice avrebbe dovuto finanziare la costruzione del parcheggio sotterraneo con i ricavi che sta incassando dal 1° gennaio 2013 (più di 6 milioni di euro in oltre 6 anni), iniziare i lavori nel 2013 e terminarli nel 2015; cose che, a tutt’oggi, non sono avvenute. L’ostacolo, a quanto pare, è la mancata approvazione del progetto esecutivo.
Per quanto ci risulta ciò non è imputabile alla Soprintendenza, bensì al fatto che essa non può approvare il progetto perché non è adeguato alle prescrizioni da tempo notificate alla Società Piacenza Parcheggi e al Comune. Dunque l’inadempienza sarebbe della Società e ad essa andrebbe accollata la penale per i ritardi.
In ogni caso, non volendo affrontare un contenzioso probabilmente lungo e difficile, tutto si potrebbe forse risolvere con un accordo fra le parti senza spese per nessuno, mediante compensazioni che tengano conto di ricavi, inadempienze e mancati investimenti. Il Comune, se vuole, può far valere queste ragioni per interrompere, senza danni per sé e per i cittadini utenti dei parcheggi blu, lo stato d’inerzia che si protrae da oltre 6 anni.
• L’assegnazione dei contributi del bando periferie, la scelta delle opere finanziabili e le scadenze temporali sono frutto di decisioni politiche, e non sono vincoli insormontabili. Infatti il bando è stato modificato o sospeso più volte.
Gli impegni finanziari dannosi per le finanze pubbliche e per la qualità urbana non possono prevalere sulle scelte dell’Amministrazione Comunale, specialmente quando sono in gioco beni d’importanza storica, urbanistica e sociale di questa portata.
Trasformare Piazza Cittadella in un luogo di parcheggio con annesso capolinea dei bus significa rinunciare a dotarla di funzioni di elevata qualità urbana e che favoriscano la presenza permanente di persone, relegandola definitivamente a zona marginale della città, destinata prevalentemente al passaggio di utenti del parcheggio e dei pullman.
• Riteniamo che sia possibile e necessaria una revisione dei progetti per pianificare, nell’ambito di un bando periferie aggiornato, interventi di: recupero dell’autostazione per usi d’interesse generale che rendano viva e attrattiva la piazza per i piacentini e per i turisti;
ricerca e messa allo scoperto dei beni archeologici esistenti nel sottosuolo di piazza Cittadella, nell’ambito di un piano di espansione e valorizzazione del polo museale di palazzo Farnese;
ristrutturazione del mercato coperto, anziché demolizione e ricostruzione;
potenziamento dei parcheggi e della viabilità e riqualificazione delle aree dismesse del quadrante nord della città, senza coinvolgere zone a rischio archeologico o idrogeologico, e senza compromettere elementi d’interesse storico e paesaggistico.
Crediamo che il modo giusto per farlo sia quello di esaminare senza pregiudizi i problemi e le possibili soluzioni con spirito di collaborazione da parte di tutti, secondo i rispettivi ruoli, nell’interesse dell’intera comunità piacentina.
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